Un sopralluogo con l'aereo
sull'area in frana a Cupra

Il Castello di Sant'Andrea
Il Castello di Sant'Andrea
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Giovedì 6 Marzo 2014, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 19:52

SAN BENEDETTO - E' una lotta contro il tempo quella che Cupra sta mettendo in campo per mettere in sicurezza la collina sotto il Castello di Sant'Andrea. Le frane di febbraio hanno infatti intaccato pericolosamente l'area che sovrasta colle dei Pini e ora tutti gli occhi sono puntati verso il Castello la cui perdita rappresenterebbe un enorme danno al patrimonio turistico e culturale dell'intero territorio.

Così, in questi giorni, si sta cercando di accelerare la tempistica degli interventi e, soprattutto, delle richieste di aiuto che il sindaco Domenico D'Annibali, attraverso la Regione, sta inviando al ministero dei Beni Culturali a Roma. "Abbiamo fatto tutte le domande possibili - spiega il primo cittadino cuprense - e ora attendiamo che la macchina si metta in moto.

Occorre fare tutto il possibile per salvare quella collina anche se siamo consapevoli che si tratta di una falesia e, di conseguenza, ci troveremo sempre a dover fronteggiare il fattore di imprevedibilità".

Tra qualche giorno, intanto, riprenderanno i sopralluoghi. Questa volta i tecnici arriveranno dal cielo, a bordo di un mezzo aereo inviato dall'Istituto di Ricerca per la protezione Idrogeologica di Perugia che, immediatamente dopo il secondo smottamento, quello della fine di febbraio, avevano tempestivamente raggiunto l'area per effettuare i primi rilievi. "Ci sono stati problemi tecnici - prosegue D'Annibali - che hanno ritardato di qualche giorno l'arrivo dell'elicottero. Ma da Perugia ci hanno fatto sapere che è solo questione di giorni".

Insomma i sopralluoghi aerei potrebbero prendere il via già all'inizio della prossima settimana. Continua a preoccupare la situazione della falda acquifera che si trova al di sotto del Castello e che dopo il secondo smottamento, sta riversando acqua da un taglio orizzontale nella collina.

"Siamo già intervenuti a monte - spiega D'Annibali - ma si tratta di una sorgente naturale e più di tanto non possiamo fare". La situazione, seppure preoccupante, sarebbe sotto controllo. Quello che preme, ora, è salvaguardare il Castello che, fino al giorno prima del primo smottamento, era oggetto di lavori di riqualificazione che, alla luce degli eventi, sono stati subito fermati.

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