SAN BENEDETTO - Alle 5 del mattino. No, non è la poesia di Lorca - quelle erano della sera - ma l’orario nel quale sono state elevate le multe ai fedeli che hanno partecipato alla conclusione della Novena al Paese Alto, lo scorso 8 dicembre. Le notifiche stanno arrivando in questi giorni e, se Dio forse darà merito alla fede di chi si è alzato all’alba per rinnovare il voto alla Madonna, la Ztl che già tanti malumori ha già sollevato non sarà certo ulteriormente benedetta.
LEGGI ANCHE
Marche in giallo da lunedì: è ufficiale. Acquaroli: «Ma il virus c'è, rimaniamo prudenti»
Ubriaco e senza mascherina si mette a urinare in pieno centro: 34enne multato per quasi 4mila euro
L’iniziativa
Coloro che sono incappati nelle multe antelucane, ovviamente, non l’hanno presa bene. «Siamo moto dispiaciuti - dicono alcuni di coloro che dovranno ora versare 70 euro e non soltanto perché si dovrà pagare ma un po’ per come è stata gestita la cosa». Infatti, coloro che sono stati colpiti stanno pensando di indire una class action vale a dire una causa di gruppo perché così magari in futuro non accadranno più situazioni simili. Tra l’altro, approfondendo la questione, hanno scoperto che chi avesse voluto rinnovare la tradizione, avrebbe potuto addirittura comunicare la propria intenzione di partecipare alle celebrazioni e quindi evitare la sanzione. «Ma nessuno sapeva di questa possibilità - dice Gianluca Menzietti - e così anche quando ce ne siamo accorti e abbiamo chiamato l’ufficio della polizia municipale, poco dopo aver visto l’avviso sul tergicristallo - ci è stata negata la possibilità di vedere stracciata la sanzione».
Le motivazioni
«Abbiamo scaricato i nostri genitori o i disabili o, coloro che hanno preso la multa sono persone non più giovanissime - continua Menzietti -. Brucia il fatto di dover pagare e ancora questa sensazione non passa. Anzi, con l’arrivo della notifica, si è rinvigorita». Tutta colpa della telecamera che, implacabile, ha immortalato chi si è permesso di attraversare il varco. Ora quindi l’unica strada sarebbe quella di fare ricorso, sempre dopo aver saldato il conto ma le modalità con le quali è stata realizzata la Ztl lasciano pochi spazi a una vittoria semplice. Altro sarebbe appunto promuovere una class action, supportata, magari, da un avvocato che volesse prendere a cuore la vicenda e trovare le motivazioni per far sì che la storia non si ripeta. «Insieme ad altri sarei disposto - dice Menzietti - semplicemente perché ho trovato la multa davvero vessatoria nei confronti dei cittadini che volevano soltanto fare un atto di carità». Carità materiale invece che finirà invece nelle casse comunali e continuerà ad alimentare una polemica mai sopita al Paese Alto dove i ristoratori da tempo si battono contro l’istituzione della Zona a traffico limitato che ha solo limitato i propri affari.