La movida molesta si sposta di pomeriggio sul lungomare: liberi tutti senza mascherine e già ubriachi

Alcuni giovani davanti a uno chalet
Alcuni giovani davanti a uno chalet
di Laura Ripani
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 07:00

SAN BENEDETTO - C’è la ragazzina che chiede all’amica se è il caso di bere ancora nel pomeriggio perché «da stamattina è la quarta volta che il mio stomaco non regge». E ci sono migliaia di altri giovani ammassati, assembrati, vestiti come fosse una serata di gala: ma sono solo le 4 del pomeriggio. Benvenuti sul lungomare di San Benedetto, il giorno di Pasquetta dove, tra i tanti pendolari che hanno affollato la spiaggia, hanno fatto pranzo negli chalet e magari si sono concessi una passeggiata rigenerante, si sono imbattuti in orde di minorenni che aspettavano fuori dai locali di poter entrare, molti già ubriachi che avevano divelto recinzioni e sporcato le panchine. 

 
I locali
Sicuramente è stato il passaparola. Tra social, il rihiamo dei Pr e i flyer distribuiti nei locali della movida, il giorno di Pasquetta c’erano almeno una decina di chalet che a San Benedetto si sono trasformati nuovamente in discoteche all’aperto dove nessuno, visto che la legge lo consente all’aperto, indossava la mascherina. Pigiati come sardine aspettavano che il servizio di sicurezza consentisse loro di entrare e nel frattempo si scambiavano effusioni, prendevano accordi per cosa fare dopo, si sparavano qualche selfie per ingannare l’attesa. Tutto sotto l’occhio esterrefatto di chi veniva da fuori e probabilmente si guarderà bene da scegliere la Riviera delle palme per la sua vacanza prossima ventura.

Perché se questo è l’antipasto, non osa pensare cosa potrà accadere d’estate.


L’ordinanza
Eh già: perché il sindaco Antonio Spazzafumo ha emesso un’ordinanza che, dopo le 2 di notte, vieta ai bar e agli altri locali di stare aperti e soprattutto servire bevande alcoliche. Probabilmente è riuscito a ripulire il centro città ma non a estirpare il problema. Che è poi culturale, esistenziale: mancano infatti agenzie educative come oratori o associazioni, società sportive e luoghi di aggregazione dove i ragazzi possano non sfogare i loro peggiori ma i migliori istinti, incanalando le energie in qualcosa di creativo e utile alla società. E così si ritrovano in mezzo alla strada, pardon, sul lungomare dopo essersi scolati l’alcol peggiore non più acquistato nei bar ma magari nei supermercati dal più grande del gruppo. Sul far della sera, dopo essersi sballati poi si ritrovano per mettere tutto a soqquadro. Insomma, una situazione che anche in questo caso, visto il desiderio di qualcuno di fare cassetta a pochi euro,  andrà tenuta presto in considerazione se non si vuole che il problema dal centro della città abbia solo cambiato posto e non si risolva piuttosto alla radice.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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