Trivelle al largo di San Benedetto, il sindaco: «Non possiamo presentare ricorso. Colpa di chi ci ha preceduto»

Trivelle al largo di San Benedetto, il sindaco: «Non possiamo presentare ricorso. Colpa di chi ci ha preceduto»
Trivelle al largo di San Benedetto, il sindaco: «Non possiamo presentare ricorso. Colpa di chi ci ha preceduto»
di Alessandra Clementi
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Sabato 27 Maggio 2023, 01:15 - Ultimo aggiornamento: 14:52

SAN BENEDETTO - «Con il gas che si estrarrebbe dalle trivelle si andrebbe ad alimentare l’accensione di una moka una mattina su 10mila giorni». È l’esempio riportato dall’avvocato del Comune Marina Di Concetto per spiegare la quantità irrisoria di gas che si andrebbe a estrarre dal pozzo Donata 4Dir attraverso le trivelle che l’Eni intende realizzare di fronte alla costa tra San Benedetto e Martinsicuro e che il Comune rivierasco assieme agli altri enti abruzzesi intende contrastare attraverso un ricorso al Consiglio di Stato. 

Il metodo

Sarà una corsa contro il tempo visto che il termine entro cui presentare l’appello al Consiglio di Stato è fissato al prossimo 24 luglio, dopo che il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato dai Comuni di Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto, Pineto e della Provincia di Teramo al progetto dell’Eni. Il Comune di San Benedetto non potrà partecipare all’appello non avendo preso parte al primo ricorso. Al riguardo il sindaco Spazzafumo ha puntato il dito sull’amministrazione Piunti: «Sono rimasto di stucco nell’apprendere che il precedente governo cittadino non partecipò, nel maggio 2021, al ricorso avviato dagli altri Comuni abruzzesi contro l’Eni. L’esito non sarebbe cambiato ma l’azione legale avrebbe avuto più forza e avrebbe potuto essere più completa a livello di studi geologici e sulle conseguenze che potrebbe avere tale intervento su eventuali eventi sismici. Piunti si tirò fuori, forse pensava non fosse di sua competenza. Per la nostra città sarebbe un danno irreparabile soprattutto sotto il profilo turistico». Dopo la bocciatura del ricorso Spazzafumo si è messo in contatto con gli altri Comuni coinvolti per fornire un apporto tecnico e legale alle prossime azioni giudiziarie. A oggi che margini ci sarebbero di vincere l’appello? A spiegarlo è l’avvocato Di Concetto che dice: «Il pozzo verrebbe realizzato entro le 12 miglia marine dalla linea della costa quindi nella fascia di tutela e questo fattore potrebbe essere impugnabile. La sentenza del Tar presenta margini di incertezze su cui fare leva. La sicurezza deve essere una condizione chiave da rispettare. Il Tar Lazio avrebbe dovuto effettuare una perizia. Di conseguenza ora i Comuni abruzzesi dovranno preparare l’appello con sospensione cautelare per evitare la realizzazione della piattaforma. Nel 2021 ci ritrovammo con dei tempi molto stretti per agire». Sempre il legale ha spiegato come a livello di vantaggi l’Eni da questo pozzo Donata 4Dir andrebbe a estrarre lo 0,01% di gas rispetto al fabbisogno nazionale quindi una quantità irrisoria. Nel caso in cui il progetto dovesse andare avanti si potrebbe pensare a dei risarcimenti per il territorio. Al riguardo il segretario generale del Comune Stefano Zanieri.
L’obiettivo
«Oggi il nostro obiettivo - ha puntualizzato il massimo dirigente - deve essere quello di contrastare la realizzazione di queste trivelle, ma nel caso in cui si dovesse andare avanti si potrebbe pensare a misure compensative come agevolazioni sulla tassa dell’Imu ma sarebbe un beneficio irrisorio se paragonato al danno ambientale e di immagine per il territorio che arriverebbe dalle trivelle».

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