San Benedetto, i sub dei carabinieri
nel relitto della "Torquato Tasso"

San Benedetto, i sub dei carabinieri nel relitto della "Torquato Tasso"
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Mercoledì 21 Agosto 2019, 15:26

SAN BENEDETTO - I sub dei carabinieri hanno esplorato il relitto del Torquato Tasso, prelevando alcuni reperti. Si tratta di una nave da guerra del Regno delle Due Sicilie, inviata per evitare sbarchi di Garibaldi in Adriatico. La nave affondò nel 1860.
 



Nell’ambito dei servizi di controllo dei siti archeologi subacquei disposta dalla Divisione   Unità Specializzate dei Carabinieri di Roma,  è stato effettuato un sopralluogo presso la foce del fiume Tronto a San Benedetto con immersioni subacquee in mare condotte dal nucleo Carabinieri Subacquei di Pescara; alle operazioni, che sono state coordinate dal dott. Stefano Finocchi - funzionario archeologo e responsabile dell’archeologia subacquea della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche - hanno preso parte  i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Ancona e della Compagnia Carabinieri di San Benedetto del  Tronto.

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Le immersioni hanno avuto come finalità quella di documentare e verificare lo stato di conservazione del relitto “Torquato Tasso”, detto anche “della Sentina”, per definire le più opportune misure di tutela (anche di conservazione in situ) e di considerare iniziative di valorizzazione e strategie di ricerca. Il natante affondato era già noto a pescatori e appassionati di immersioni subacquei.
Il relitto della Pirofregata “Torquato Tasso”, collocato in un tratto di mare a nord/est della foce del fiume Tronto su un fondale di circa 8 metri a circa 800 metri dalla foce, è pertinente a una nave da guerra varata il 28.5.1856 a Castellamare di Stabia per la Real Marina delle Due Sicilie. La nave aveva il compito di perlustrare la costa “pontificia” adriatica  per contrastare uno sbarco di Garibaldi:  pesava 1.450 tonnellate, aveva 178 uomini a bordo e dieci o dodici cannoni Ma nel febbraio del 1860  fu colta da un violento fortunale nei pressi della foce del fiume Tronto e si arenò. Fu tentato di rimetterla in mare, ma un’ennesima tempesta, il 5 marzo 1860 ne causò la perdita definitiva. La nave fu liberata da tutto l’equipaggiamento e tutti gli uomini a bordo furono tratti in salvo. La nave era realizzata con uno scafo in legno con carena ramata e misurava circa 63x10x5m ed era sospinta da un motore a vapore costruito nel Real Opificio Meccanico di Pietrarsa (Na) nel 1856: una rarità per l’epoca, in quanto i motori delle navi erano di fabbricazione inglese. Il nome “Torquato Tasso” dell’imbarcazione deriva dalla polena che raffigura il poeta: polena che è stata esposta alla 37esima mostra navale di Genova.
Il Relitto non è mai stato oggetto di ricerche specifiche da parte delle Istituzioni preposte alla sua tutela e quindi è sembrato opportuno programmare delle immersioni per documentarne i resti. Una discreta visibilità ha consentito di riprendere parte della poppa, e della macchina a vapore con assi e ruote, oltre a svariati altri pezzi di difficile interpretazione. 
I resti della macchina sono completamente ricoperti da mitili che non hanno consentito di valutarne lo stato di conservazione, ma future immersioni potranno avere lo scopo di rimuovere questo strato e consentire un piano di valorizzazione della macchina a vapore.
Durante le immersioni sono stati recuperati dei frammenti delle lastre metalliche applicate al fasciame dell’opera viva dell’imbarcazione e un elemento in ferro, forse dell’alberatura. 
Nell’ambito del medesimo servizio  è stato valutato da parte dei subacquei  un tratto di mare posto a Nord  dove dovrebbe trovarsi un relitto di una nave romana mai individuata ma presente sovente nei racconti  di alcuni anziani pescatori tramandati dai loro avi.

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