Aumentano i canoni demaniali, stangata per la marineria già martoriata dal caro gasolio

I capannoni del porto
I capannoni del porto
di Alessandra Clementi
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Domenica 8 Gennaio 2023, 04:00

SAN BENEDETTO - Stangata anche per il settore ittico con l’aumento del 25% dei canoni demaniali. Inasprimento che tocca in particolare i proprietari di magazzini e capannoni insistenti nell’area portuale. Situazione che si somma al caro gasolio che da tempo sta mettendo in ginocchio la marineria. Questione che sta seguendo il consigliere di Centro civico popolare Domenico Novelli, il quale al riguardo ha scritto anche una missiva al sottosegretario Lucia Albano.

 
Il calcolo


Con decreto del 30 dicembre è stato fissato al 25,15% l’adeguamento delle misure dei canoni per le concessioni demaniali marittime.

La misura minima del canone è aggiornata a 3.377 euro a partire dal 1 gennaio 2023. Il direttore generale del ministero infrastrutture e trasporti Maria Teresa Di Matteo ha invitato gli uffici regionali a comunicarlo agli enti territoriali competenti. Si è partiti dagli 800 euro nel 2020, per passare ai 2mila nel 2021, 2.700 euro nel 2022, con un aumento pari al 7,95%, fino ad arrivare agli attuali 3.377 euro. In molti casi chi aveva più di un magazzino si è trovato costretto a vendersene uno per far fronte alla spesa.

«In tre anni – spiega il consigliere comunale Domenico Novelli - ci sono stati altrettanti aumenti delle concessioni demaniali marittime e a oggi nulla di positivo sembra esserci all’orizzonte. Tutto questo non può essere accettabile per chi utilizza le concessione demaniali come semplice magazzino per la rimessa delle attrezzature indispensabili per l’attività di pesca (reti, divergenti e attrezzature varie). È necessaria una revisione di questa tassazione in favore delle attività della pesca già in crisi per il caro carburante ed in favore di un mestiere in via di estinzione. Tra qualche anno, se gli aumenti continueranno, c’è un rischio reale di non mangiare più pesce a chilometro zero. Se non ci sarà un cambio di rotta ai pescherecci più grandi non converrà più uscire e pescare quindi avremo solo pescato importato». Preoccupazione ovviamente anche dal mondo della marineria già messo a dura prova dal caro gasolio, Pietro Ricci presidente dell’associazione Impresa Pesca afferma: «Occorre un’iniziativa per mettere in evidenza un problema grande come quello delle concessioni demaniali dei magazzini pesca. Il problema però va risolto a livello nazionale, vanno presentati emendamenti che possano escludere i rimessaggi pesca a questa tassazione che viene applicata giustamente a chi ci fa reddito. Siccome c’è l’esclusione alle Onlus e altre associazioni basterebbe includere anche il mondo pesca». 


L’escamotage


Un aumento che molti hanno assimilato a quello demaniale che ricadrà sugli stabilimenti demaniali, solo che in quel caso i concessionari potranno aumentare i prezzi di ombrelloni e cabine per rientrare con le spese, diverso il caso del settore ittico. Tra l’altro per quest’ultima categoria mancherebbero anche gli ammortizzatori sociali per dare una mano e avvertire di meno gli aumenti degli ultimi mesi che starebbero mettendo in grande difficoltà l’intero settore.

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