Prima le opere poi la convenzione: il caso stadio è da cartellino rosso. I dubbi dei consiglieri nella commissione d’inchiesta

La commissione stadio al lavoro
La commissione stadio al lavoro
di Alessandra Clementi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Maggio 2021, 10:52

SAN BENEDETTO «Abbiamo saputo dalla stampa che allo stadio erano in atto interventi di straordinaria manutenzione». Parole che ieri sono state ribadite sia dalla dirigente Catia Talamonti che dal responsabile del procedimento Alessandro Amadio in merito ai lavori di rifacimento del manto erboso al Riviera delle Palme che ha portato alla costituzione della commissione di indagine di cui ieri si è svolta la prima riunione operativa. 

LEGGI ANCHE:

Un ostello su quattro palazzine e una discoteca a Porto d'Ascoli: la società Areamare scopre le carte
 


«Verificare se la Sambenedettese sia effettivamente in grado di adempiere agli obblighi alle garanzie». Richiesta che il direttore dei lavori pubblici Maria Teresa Massi, quasi nei panni di una Cassandra, fece in un documento in riferimento ai lavori sul prato dello stadio, terminati con il mancato pagamento dei lavori da parte della società sportiva per 600mila euro. Ma soprattutto la commissione si è interrogata su come mai sia stato acceso il semaforo verde all’opera prima ancora di prolungare la convenzione di altri 5 anni. «Prima si sarebbe dovuta stilare la convenzione poi realizzare il manto- ha affermato Talamonti - Lo schema di convenzione prevede che in caso la società realizzi delle opere ordinarie, non obbliga il Comune a fare sopralluoghi. I lavori ordinari devono solo essere rendicontati l’anno dopo. Dalla stampa si è appreso che non erano opere ordinarie. Ma appena saputo che c’erano problemi abbiamo chiesto l’intervento dei lavori pubblici».

Non a caso dopo qualche giorno la Samb invia una mail al Comune chiedendo che iter dovesse seguire per realizzare opere straordinarie.  «Perché non ha chiesto di procedere alla firma per la proroga della convenzione con la Samb? Mi sembra un aspetto sostanziale». Uno dei nodi dell’affare stadio sarebbe proprio qui e lo prova la domanda che il presidente della commissione di indagine Bruno Gabrielli ha posto al responsabile del procedimento Alessandro Amadio il quale ha replicato: «Non occupandomi di opere pubbliche ho pensato fosse corretto». Dopo le domande del presidente la parola è passata al consigliere Andrea Sanguigni il quale ha fatto notare come a fronte di una comunicazione del 17 agosto dove si parlava di lavori ordinari sullo stadio poi viene presentato un faldone riguardante il progetto esecutivo. «Non sono mai andato a verificare i lavori allo stadio – ha replicato Amadio - ma poi ho richiesto un sopralluogo».

A questo punto la dirigente Catia Talamonti ha ribadito: «La garanzia andava adeguata in sede di sottoscrizione del prolungamento della convenzione. Al momento del contratto integrativo il Comune avrebbe chiesto le garanzie necessarie».
 


Il dipendente Amadio in apertura di seduta ha illustrato gli atti riguardanti l’intera vicenda stadio a partire dalla concessione dell’impianto fino alla proposta da parte della Samb di rifacimento del manto erboso chiedendo una proroga della convenzione per altri 5 anni. Da qui la conferenza dei servizi svoltasi fino alla delibera approvata dalla giunta, l’inizio dei lavori e il sopralluogo il 28 agosto quando ci si è resi conto che non si trattava di un intervento di ordinaria manutenzione. Tutto questo fino alla diffida dello scorso 22 marzo e la riconsegna dello stadio.
Alessandra Cleme

© RIPRODUZIONE RISERVATA