SAN BENEDETTO - Sosta selvaggia delle biciclette: sempre più persone sono stufe del caos dilagante in città. L’insoddisfazione inizia a manifestarsi anche con l’apposizione spontanea di avvisi scritti a mano, o al computer.
Uno, piuttosto eloquente, è apparso lungo via San Martino, in un palo della cartellonistica stradale. Un palo che, evidentemente, viene utilizzato troppo spesso per l’aggancio di qualche bici, riducendo così lo spazio per il passaggio di pedoni, genitori con passeggini e portatori di handicap in carrozzina. Idem all’angolo tra le vie Custoza e Pizzi. Lì, quasi in tono di supplica, il cartellino invita i ciclisti a non ostacolare il passaggio delle persone più fragili.
Effettivamente, posteggi del genere sono espressamente vietati dal “Regolamento per la gestione degli oggetti abbandonati e rinvenuti” che ha un’appendice tutta dedicata alle bici. In particolare, l’atto vieta di attaccarle su: monumenti, elementi di arredo urbano, fioriere, sostegni della segnaletica stradale verticale o luminosa e dell’illuminazione pubblica, alberi, arbusti di qualsiasi specie.
Un elenco che fa letteralmente ridere se letto alla luce di ciò che continua ad avvenire.
«Il fenomeno è ormai comune» disse Piunti sottolineando l’obiettivo del nuovo atto: «Rendere permanente la disciplina che consente agli operatori della polizia municipale d’intervenire per contrastare il fenomeno di degrado urbano». Un obiettivo che, alla luce dei risultati ottenuti finora, è ancora lontano. Se escludiamo qualche azione-spot da parte dei vigili (le bici rimosse anni in viale De Gasperi) il fenomeno è stato lasciato a briglie sciolte, con i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti.