“Il Siciliano” chiude dopo 65 anni di attività: «Grande amarezza, colpa di Covid e anche delle vendite online»

“Il Siciliano” chiude dopo 65 anni di attività: «Grande amarezza, colpa di Covid e anche delle vendite online»
“Il Siciliano” chiude dopo 65 anni di attività: «Grande amarezza, colpa di Covid e anche delle vendite online»
di Emidio Lattanzi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 17:17

SAN BENEDETTO  - È facile parlare di “jeanseria” oggi. Ma nella seconda metà degli anni Cinquanta, nella piccola San Benedetto, l’idea di Orazio Amato, siciliano trapiantato in Riviera, poteva sembrare quasi una pazzia. Invece fu una scelta vincente della quale era talmente sicuro da chiamare quel negozio, che in poco tempo sarebbe divenuto un cult per tutti, proprio come lui veniva identificato: “Il Siciliano”.

Oggi, anno di grazia 2022, quel negozio che si trova in via Montebello, in pieno centro, nell’isola pedonale del corso di San Benedetto, sta per chiudere i battenti per sempre.

In mezzo sessantacinque anni di vera e propria gloria fino a quando i tempi moderni hanno iniziato a minare lavoro e incassi definitivamente appiattiti con l’arrivo dell’emergenza Covid. 


Così, dopo tutti questi anni di lavoro, Giovanna Amato ha deciso di abbassare le serrande. «Siamo delusi da questa situazione - spiega - il Covid e le vendite online ci hanno messo in crisi ma ci fermiamo a testa alta. Abbiamo la possibilità di andare in pensione e probabilmente è arrivato il momento giusto per farlo. D’altra parte la crisi ha colpito tutti o quasi, non soltanto il settore dell’abbigliamento ma tanti altri settori». Chiude dunque i battenti un negozio che ha rappresentato una vera e propria istituzione per la città. 


«Questa è stata una delle più antiche d’Italia - spiega il fratello di Giovanna, Vincenzo Amato. Insieme alla sorella ha gestito il negozio fino agli anni Novanta per poi mettersi in proprio con un’altra attività che si trova a pochi metri di distanza - è una delle prime dieci jeanserie del Paese. Vendere i jeans all’epoca era una cosa rivoluzionaria in Italia. Nostro padre ha avuto un notevole fiuto perché tutti venivano a San Benedetto per comprare i jeans. Io personalmente ho ricordi di tanti anni fa, quando nel giorno della fiera di Santa Lucia nessuno di noi andava a scuola e venivamo qui, in negozio, a dare una mano ed erano bellissimi momenti. Così come credo che questo negozio lascerà tanti bei ricordi anche nei sambenedettesi. Gli anni passano, siamo invecchiati anche noi, non c’è un ricambio generazionale, le difficoltà aumentano e arriva il momento di fermarsi». 


La chiusura del Siciliano rappresenta un segnale importante per quanto riguarda il commercio cittadino che si vede depauperato di un negozio intorno al quale è stata scandita la storia sambenedettese di oltre mezzo secolo. Lo sanno bene almeno tre generazioni di cittadini che sono passati per quel negozio e che, in queste ore, stanno commentando sui social tutto il proprio dispiacere di fronte all’annuncio della chiusura dell’attività. Una notizia che non lascia indifferenti neppure le associazioni di categoria. E’ di profondo dispiacere che parla, ad esempio, il presidente provinciale di Confcommercio Fausto Calabresi: «Sono rammaricato - afferma - il centro di San Benedetto perde un’attività importante e che ha fatto la storia. Ma questa notizia rappresenta anche un campanello d’allarme relativamente alla piega che stanno prendendo le cose ormai da troppo tempo con la concorrenza sleale della vendita online e, ora, con il Covid che ha messo in ginocchio un gran numero di settori. Io spero che l’esperienza del Siciliano e della famiglia che lo ha portato avanti per tutti questi anni non vada perduta ma possa far nascere nuove iniziative per il bene del commercio e dell’economia di tutto un territorio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA