SAN BENEDETTO - C’è chi ha un contratto come tirocinante ad “appena” 52 anni e l’aiuto cuoco che dà forfait poche ore prima dell’inizio del lavoro. Due facce di una medaglia che riguarda i dipendenti stagionali e che quest’anno anche a San Benedetto crea non pochi problemi alle attività che stanno cercando di ripartire dopo il lockdown.
La denuncia
«Il problema che sta emergendo - dice il segretario generale della Cgil di Ascoli Luana Agostini - ed è inedito riguarda le cosiddette assunzioni in prova. Soprattutto per i lavori meno qualificati come aiuto cuoco, banconista, baristi e personale addetto alla pulizia delle camere si prendono lavoratori che svolgono il periodo di prova per 10 giorni. Poi vengono mandati via o non riconfermati e nulla viene riconosciuto per il periodo nei quali sono stati utilizzati. Insomma, un lavoro nero in piena regola del quale ci stanno avvertendo». Già. C’è da dire che la maggior parte degli hotel e degli chalet storici si affida al personale oramai testato da anni. «Noi - spiega Antonia Fanesi vice presidente della Confesercenti provinciale - come famiglia abbiamo più locali e quindi li facciamo “girare” perché ne abbiamo provato la professionalità, non li abbandoniamo, sono preziosi».
I casi
«Casi limite - dice la ancora la sindacalista - ma reali che ci vengono raccontati al telefono». Un corto circuito tra domanda e offerta di lavoro denunciato dalla neo presidente di Confesercenti Angela Velenosi e che per Ciabattoni può avere collegamento con il reddito di cittadinanza. «Molti preferiscono stare a casa per 600 euro. L’anno scorso tanti hotel non hanno lavorato ma quest’anno soffriamo a trovare». A Rimini si dice che manchino 14mila lavoratori. In Riviera i dati non sono ancora disponibili.