L'odissea di un anziano malato: «15 ore al Pronto Soccorso di San Benedetto, nel referto registrate solo 6»

L'odissea di un anziano malato: «15 ore al Pronto Soccorso di San Benedetto, nel referto registrate solo 6»
L'odissea di un anziano malato: «15 ore al Pronto Soccorso di San Benedetto, nel referto registrate solo 6»
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Martedì 31 Gennaio 2023, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 07:48

GROTTAMMARE-  Quindici ore al Pronto soccorso ma sul referto ne risultano 6, ma soprattutto emergerebbe che il paziente è arrivato accompagnato dai familiari quando invece è stato trasportato in ambulanza. Si tratta dell’odissea di un paziente di 87 anni di Grottammare che sabato si è recato al Pronto soccorso dove è rimasto parcheggiato per 15 ore per essere poi dimesso.

Una vicenda che testimonia le difficoltà che si vivono quotidianamente presso il reparto di emergenza del Madonna del Soccorso.

A denunciare l’accaduto è la signora Laura Venditti, figlia dell’anziano affetto da Alzheimer, che sabato scorso è svenuto in casa da qui la chiamata al 118 e il trasporto all’ospedale, nonostante i familiari avessero proposto di chiamare un cardiologo a pagamento per evitare un eventuale ricovero.

Ma gli operatori del 118 hanno reputato necessario il trasferimento al Pronto soccorso trattandosi di un’aritmia cardiaca. Alle 9.45 il paziente è arrivato al Madonna del Soccorso accompagnato dalla moglie visto che la sua patologia non gli consente di rimanere da solo. Dalle 9.45 alle 18.30 è stato sottoposto a una Tac per poi essere visitato e dimesso a mezzanotte. Ma quanto sarebbe più sconcertante è quanto risulterebbe dal referto. «Nel documento- spiega la figlia – risulta che è entrato al Pronto soccorso alle 18 quando invece siamo arrivati alle 9.45, ma soprattutto che sarebbe arrivato in auto mentre era stato portato da un’ambulanza. Tutto ciò dà l’idea del caos che si vive all’interno dell’emergenza. Al momento dell’arrivo di un paziente in Pronto soccorso dovrebbe essere informato che dovrà affrontare dieci ore di attesa, soprattutto nel caso di un paziente malato di Alzheimer come nel caso di mio padre che ha bisogno di assistenza».

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