SAN BENEDETTO - C’era una volta l’all inclusive: l’albergo che forniva non solo tutti i servizi ma i pasti, dalla colazione alla cena a volte offrendo anche il caffè; e c’erano una volta anche gli alberghi che si trasformavano in residence, con tutti i problemi urbanistici. L’hotel 4.0, post Covid assomiglia invece sempre di più a un B&b dove la camera si affitta ma poi ognuno va per la sua strada. E sarà il periodo natalizio a fare le prove generali di questa nuova tendenza, arrivata anche in Riviera.
La modalità
A causa della pandemia, infatti, i saloni degli alberghi non ospiteranno più i pullman di turisti che oltre alla camera prenotano anche la cena della Viglia o la mezzanotte del Nuovo anno. «Forse ce ne sarà uno in centro» spiega il presidente dell’Assoalbergatori Nicola Mozzoni. Tutti gli altri, quelli chre apriranno per le feste o che restano a disposizione tutto l’anno sceglieranno la formula B&b molto più agile che non comporta costi e assunzione di personale aggiuntivo. In tempi di coronavirus tra distaziamento e sanificazioni, green pass da controllare, le spese potrebbero lievitare. Un periodo peraltro quello attuale che sta aguzzando anche lingegno degli albergatori stessi, pronti a sperimentare nuove soluzioni. È il caso proprio dell’hotel Relax di Mozzoni, sempre - come si dice - sul pezzo. Se, infatti, fu tra i primi a prodigarsi per accogliere i terremotati quando ce n’è stato bisogno, tanto che si diffuse a un certo punto la voce, infondata, di una possibile visita di Papa Francesco, ecco che il giovane imprenditore ha inventato il “family restaurant”.
L’idea
Ecco allora che non tutti hanno i nonni a disposizione o le disponibilità finanziarie per una baby sitter notturna, quindi ci pensa appunto il Relax: ogni venerdì, sabato e domenica, il piano terra si trasforma in ristorante con annessa mega sala giochi: i piccoli sono presi in carico dall’animazione del Ciquibum , gli adulti si godono una cenetta romantica oppure con gli amici.
Le motivazioni
«D’inverno - spiega Mozzoni - l’hotel è chiuso ma io voglio fidelizzare i miei dipendenti che poi mi aiuteranno d’estate, così riesco a farli lavorare». Circa 200 persone a sera, due i punti di forza dell’iniziativa: la possibilità di far mangiare i bambini in maniera separata e di fornire anche una corretta educazione alimentare: chi mangia i nutrienti più importanti, verdure, proteine e carboidrati, riceve tre bollini e di conseguenza un premio, così i genitori sanno che i loro piccoli no resteranno a bocca asciutta pur di giocare, ballare e saltare come è giusto che comunque facciano. Inoltre i più piccoli sono dotati di un braccialetto elettronico che viene azionato se c’è bisogno di chiamare la mamma o il papà in sala: «L’idea mi è venuta a New York - chiude Mozzoni -: dove ci sono i braccialetti vibranti che avvertono quando il piatto è pronto».