Choc al ristorante: «Mi ha detto che non voleva essere servito da me perchè sono nero»

San Benedetto, choc al ristorante: «Mi ha detto che non voleva essere servito da me perchè sono nero»
San Benedetto, choc al ristorante: «Mi ha detto che non voleva essere servito da me perchè sono nero»
di Emidio Lattanzi
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Giovedì 10 Settembre 2020, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:56

SAN BENEDETTO - «Mi ha detto che non voleva essere servito da me perché sono nero. Io allora ho chiamato un altro cameriere spiegandogli la situazione ed è successo un macello». È così, candidamente, che Mohamed, un ragazzo di colore che lavora come cameriere nel ristorante di un albergo di San Benedetto, racconta l’episodio di razzismo che ha subito lunedì sera. 

A rifiutare di essere servito da lui al tavolo di quella sala da pranzo un cliente della struttura che quando ha visto il colore della pelle del ragazzo non ha fatto nulla per mascherare il proprio razzismo: «La sala era piena, strapiena di gente. Ad un certo punto arriva un signore e io gli ho chiesto che cosa desiderasse. E questo signore cosa mi dice? “Guarda non mi devi servire perché sei nero”. Ha detto proprio così, davanti a tutti:” non mi devi servire perché sei nero”. Io in quel momento volevo sparire, allora ho spiegato al cameriere che stava vicino a me la situazione e gli ho detto che avrebbe dovuto servire lui quel cliente perché non voleva che lo facessi io». 
 
La solidarietà dei colleghi 
In quel momento è esplosa la bagarre perché l’altro cameriere non è riuscito a tacere di fronte ad una frase di quel genere: «Gli ha detto che non era giusto - continua il ragazzo - e che non aveva alcuna importanza se un cameriere è bianco o nero. E il cliente ha alzato la voce gridando che non si doveva rivolgere così a luiperché era più anziano». Alla fine è arrivato anche il resto del personale, chef compreso che hanno pubblicamente condannato il modo di fare e di parlare del cliente esprimendo solidarietà al loro collega la cui unica “colpa” per essere stato trattato in quel modo era semplicemente elgata al colore della sua pelle. 
La denuncia della Caritas 
Un episodio davvero preoccupante e assolutamente fuori dal tempo denunciato dalla Caritas Diocesana dove il ragazzo si appoggia e dove è estremamente benvoluto per le proprie qualità. Mohamed racconta di aver passato l’estate al lavoro in uno chalet della Riviera con un tirocinio formativo e alla Caritas fanno sapere che i titolari della concessione balneare si sono anche complimentati per l’efficienza e la disponibilità dimostrata, tanto che subito dopo questa esperienza ha trovato subito lavoro nell’albergo dove è avvenuto il brutto episodio. «E’ successo proprio un macello - afferma - non mi ero mai sentito così, in mezzo a tutta quella gente sentirsi dire certe parole». 
La Caritas usa i social 
Amarissimo il commento di don Gianni Croci, direttore della Caritas Diocesana che ha appreso della vicenda da un messaggio vocale inviatogli su Whatsapp dal ragazzo e che ora non usa mezzi termini: «Magari questo signore si professa anche cristiano - dice - un episodio di questo genere si commenta davvero da solo. Ho voluto renderlo noto perché possa aiutare a riflettere e soprattutto e soprattutto a far risorgere, nella testa e nel cuore, quel po’ di umanità che ogni persona ha in dotazione. Da questa tragica esperienza della pandemia forse si può venir fuori solo attraverso la fraternità e l’amicizia sociale come suggerisce papa Francesco». Don Gianni è ancora sbigottito di fronte al racconto del ragazzo: «Quando mi è arrivato quel messaggio vocale - afferma - non riuscivo davvero a credere a quelle parole, a credere che davvero nel 2020 possano accadere cose di quel genere. L’ho riascoltato più volte. Una vicenda che, di certo, farà discutere anche nei prossimi giorni e che non mancherà di scatenare anche qualche polemica politica in questo clima di campagna elettorale per le ormai imminenti consultazioni regionali. La notizia, che la Caritas ha divulgato anche sui propri canali social, ha provocato una marea di reazioni la maggior parte delle quali di solidarietà al ragazzo e di condanna nei confronti dell’uomo che non voleva essere servito da lui. Lo stesso cameriere ha ricevuto la solidarietà dell’intero staff dell’albergo.
 

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