Allevi e Merlini nella storia da 300 anni, Capriotti domina negli anni Duemila: ecco i cognomi Doc

Una immagine antica del Castello e di fuori le mura
Una immagine antica del Castello e di fuori le mura
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Domenica 4 Aprile 2021, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 17:31

SAN BENEDETTO - Alcuni radicati nei secoli, altri più recenti. Nell’evoluzione storica dei cognomi sambenedettesi si rispecchia lo sviluppo della città intera. Una città che ha richiamato a sé sempre più persone, passando da poco più di 1.800 anime nel Settecento, alle oltre 45mila del Secondo Millennio. Tre secoli fa, i cognomi più frequenti erano Allevi e Merlini; mentre, alle soglie del Duemila, Capriotti e Bruni hanno scalato rapidamente la classifica. Ma vediamo la classifica nel dettaglio.


Il raffronto coi secoli passati è possibile grazie al prezioso lavoro dell’archivista municipale Giuseppe Merlini. Lui ha analizzato i cosiddetti “Stati delle anime”: registri che venivano compilati dai parroci proprio durante giorni come questi. Ossia nel periodo pasquale: quando i sacerdoti passavano di casa in casa per le benedizioni domestiche. Nei registri più meticolosi, ogni prete indicava: nome e cognome del capofamiglia, paternità, patria (quando diversa dal luogo ove si abitava) condizione e professione, data di battesimo ed età. Poi ancora: nome, e a volte cognome della moglie, data di battesimo ed età. Infine incolonnati i nomi dei figli, data di battesimo ed età. Venivano anche riportati dati su alcuni sacramenti: cresimato, comunicato e confessato. Tra i più antichi “Stati delle anime” sambenedettesi ci sono quelli dell’attuale Paese Alto perché, fino al 1820, l’unica parrocchia era quella di San Benedetto Martire. L’archivista Merlini ci ha fornito notizie sullo “Stato delle anime” del 1768 perché è uno dei più completi, redatto dal parroco dell’epoca Medoro Polidori originario di Monteprandone. Nello specifico, lo studioso ci ha fornito informazioni sull’esistenza di famiglie presenti già in quell’anno a San Benedetto. Quelle più numerose sono visibili nell’info-grafica di questa pagina. Come accennato all’inizio: Merlini era il cognome più frequente nel vecchio incasato. Ma già in quel periodo andava crescendo la popolazione residente “fuori le mura”, con gli Allevi più numerosi all’esterno del nucleo che costituiva (e tutt’ora costituisce) la culla della sambenedettesità. 

«Sappiamo che proprio il XVIII - spiega Giuseppe Merlini - è il secolo nel quale la popolazione sambenedettese inizia ad uscire dal sovraffollato quartiere “Castello” dopo aver costruito anche sulle mura fortificate. Infatti, inizia l’espansione lungo e al di sotto della strada Lauretana, ossia l’attuale Statale 16, quindi dei “Paiarà”, il Mandracchio, e un po’ nel cosiddetto “quadrilatero marinaro”. In quel tempo, il restante territorio della Marina è ancora inabitabile a causa degli acquitrini che vi si trovano e la campagna vede solo le cosiddette “case sparse”». Oltre a quelle visibili nelle 2 classifiche storiche di questa pagina, l’esperto elenca poi altre famiglie molto radicate a San Benedetto, presenti negli archivi anagrafici moderni, come in quelli del 1768. Abbiamo dunque i: Lattanzi, Latini, Grannò, Granucci, Mosca, Mascarini, Angelini, Romani, Sebastiani, Papetti, Re, Trevisani, Maccaferro, Pilota, Sansolini, Liberati, Lazzari, Pulcini, Buttafoco, Ficetola. E ancora i: Palanca, Fanesi, Anelli, Bollettini, Braccetti, Spazzafumo, Meo, Balloni, Felicetti, Traini, Urbani, Tremaroli, Del Zompo, Assenti, Olivieri, Flamini (o Flammini), Troli, Carminucci, Ceccarelli, Mangiola, Del Gran Mastro, Ascolani, Cosignani, Grossi, Giuliani, Maloni, Spaletra e Falaschetti. 

«Negli “Stati delle anime” settecenteschi – puntualizza in conclusione Merlini - mancano ovviamente le famiglie giunte in paese nel corso dell’800, mancano quindi tutti quei cognomi che attualmente rappresentano una realtà numericamente rilevante. Sappiamo inoltre che la popolazione sambenedettese si è notevolmente incrementata con tutti quei nuclei familiari che si sono trasferiti dai paesi limitrofi e dell’interno, oltre ovviamente a quelle famiglie residenti sino al 1935 a Monteprandone o meglio nel territorio di Porto d’Ascoli, poi accorpato a San Benedetto del Tronto».
Marco Braccetti

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