Rapina da Arancia Meccanica nella villa del re della pasta De Cecco: caccia ai basisti anche nelle Marche

Rapina da Arancia Meccanica nella villa del re della pasta De Cecco: caccia ai basisti anche nelle Marche
Rapina da Arancia Meccanica nella villa del re della pasta De Cecco: caccia ai basisti anche nelle Marche
di Patrizia Pennella
4 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Gennaio 2023, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 07:34

SAN BENEDETTO - Una macchina rubata fuori provincia, una buona conoscenza del territorio, la capacità di arrivare e di allontanarsi con grande rapidità e soprattutto senza essere visti o intercettati. É il contesto della rapina nelle vila del re della pasta De Cecco.

Prima del blitz 

I carabinieri di Montesilvano, diretti dal capitano Roberto Lunardo e coordinati dal colonnello Riccardo Barbera, stanno cercando di ricostruire il quadro della rapina nella villa dell’imprenditore della pasta Saturnino De Cecco. Un quadro che non si restringe ai quaranta minuti della rapina, ma va gradualmente a ritroso, alla ricerca di tracce di controlli e pedinamenti che i banditi hanno certamente effettuato. La macchina è un’Audi, al volante c’era un complice delle quattro persone che hanno fatto irruzione in casa, tre uomini e una donna e quello che gli investigatori stanno cercando di capire è se ci fosse lungo il percorso anche un sesto uomo, a fare da palo. 

Nessuna traccia elettronica

I rapinatori, rispetto ad altri episodi analoghi, hanno avuto anche un’altra accortezza, non hanno portato via né i cellulari né le auto delle vittime, pure di valore: questo per non avere, evidentemente, la disponibilità di beni che avrebbero potuto anche lasciare agli investigatori una traccia da seguire.

Il passo successivo è: i rapinatori comunicavano tra di loro? E con quali mezzi? Ci sono quindi segnali da seguire conoscendo l’ora della rapina per provare ad ipotizzare una via di fuga? Anche questi sono elementi che gli investigatori stanno cercando di mettere insieme nel calderone di ipotesi che le poche pochissime tracce lasciate consentono. 

Scatta il blitz

La sambenedettese Sheila D’Isidori, la moglie di Saturnino De Cecco è stata aggredita alle spalle in giardino, mentre dalla macchina arrivava fino alla porta di casa. I banditi l’hanno raggiunta e, sotto la minaccia dei coltelli, l’hanno costretta ad aprire e a farli entrare nell’abitazione.

Ostaggio in cucina

Una volta dentro casa Sheila D’Isidori è stata bloccata e rinchiusa in cucina insieme con la figlia e con una collaboratrice domestica. A controllarle è rimasta la donna della banda, mentre gli altri tre componenti del gruppo hanno accerchiato Saturnino De Cecco, picchiandolo ripetutamente, fino a farsi aprire la cassaforte. 

Botte e sale la tensione 

Di fronte alla cassaforte aperta i malviventi non si sono risparmiati, hanno prelevato tutto il contenuto, gioielli e orologi. Un bottino ingente che è ancora in corso di reale quantificazione. Ai rapinatori però non bastava, continuavano a chiedere altro: «Ma noi - ha raccontato poi Saturnino De Cecco - avevamo già dato tutto quello che avevamo. Non so cosa si aspettassero di trovare». È stato questo il momento in cui le cose si stavano mettendo male. Poi un movimento improvviso all’esterno ha fatto scattare il sistema d’allarme e a quel punto i quattro hanno preferito andarsene. 

L’importanza dei video

Trattandosi di persone apparentemente esperte è facile ipotizzare che la macchina sia stata resa in qualche modo irrecuperabile, ma già capirne la provenienza potrebbe dare un’indicazione sull’area di riferimento del gruppo. Che potrebbe essere composto solo in parte da persone che gravitano su Pescara: altri componenti potrebbero arrivare dalle regioni limitrofe, come le Marche o il Lazio dove è forte la presenza di comunità dell’Est. Molto importante in queste ore è lo studio che i carabinieri stanno compiendo sui filmati della videosorveglianza, sia della villa che delle zone limitrofe esterne.

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