SAN BENEDETTO - Il pesce fresco tornerà al mercato con qualche giorno di anticipo rispetto alla ripresa delle attività. Si perché mentre le barche più grandi torneranno ad accendere i motori nella notte del 25 settembre, le imbarcazioni più minute, quelle della piccola pesca, termineranno il provvedimento di stop alle attività nella giornata del 21. Questo significa che già dal pomeriggio di giovedì 22 le barche potranno sbarcare il pescato e metterlo a disposizione dei clienti dei mercatini.
L’asta
«Poi il giorno successivo - spiega Giuseppe Pallesca, presidente della cooperativa Pescatori Progresso - il pesce andrò all’asta al mercato ittico se le quantità saranno buone».
I profitti
Questo perché si rende necessario trarre il maggio profitto dalle varie uscite in mare dal momento che con l’esponenziale aumento dei costi carburante, occorre aumentare il guadagno per poter garantire uno stipendio agli imbarcati e al tempo stesso riuscire a far fronte alle scadenze. Il tutto alla fine dell’ennesimo provvedimento di stop biologico considerato inutile dagli addetti ai lavori. Le associazioni, come ad esempio Coldiretti Impresapesca, ha più volte negli anni chiesto una radicale modifica di questo strumento di gestione che non risponde più da tempo alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 37 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi. Questo ha determinato nel periodo un crollo della produzione – spiega Coldiretti Impresapesca -, la perdita di oltre un terzo delle imprese e di circa ventimila posti di lavoro a livello nazionale. Dati importanti che delineano la crisi del settore e il senso di abbandono che armatori e imbarcati percepiscono soprattutto in questo particolare periodo storico. In cui i pescatori si stanno trovando a fronteggiare la crisi legata all’aumento dei carburanti e quella conseguente all’emergenza pandemica.