San Benedetto, la rabbia dei pescatori: «Fossa di Pomo per i croati e noi costretti a stare fermi»

San Benedetto, la rabbia dei pescatori: «Fossa di Pomo per i croati e noi costretti a stare fermi»
San Benedetto, la rabbia dei pescatori: «Fossa di Pomo per i croati e noi costretti a stare fermi»
di Emidio Lattanzi
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Martedì 4 Aprile 2023, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 12:20

SAN BENEDETTO - «Sono passati quasi cinque mesi ma, da Roma, non è arrivata nessuna risposta». E’ sconsolato il tono di voce con cui Enzo Raffaele, uno degli operatori della pesca volante del compartimento di San Benedetto, commenta l’assenza di reazioni alle richieste che la categoria ha inviato alla Direzione Generale della Pesca ben cinque mesi fa. «Sarebbe stato meglio ricevere un diniego - afferma - almeno sarebbe stato un segno di considerazione. Invece nulla». 

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Il documento

Il silenzio più totale di fronte a delle richieste specifiche contenute in un documento lungo cinque pagine che prende di mira in particolar modo le restrizioni alla pesca nella fossa di Pomo.

Restrizioni che le imbarcazioni nostrane devono rispettare mentre i dirimpettai che fanno base in Croazia, no. «La misura che stabilisce il divieto di pesca attiva di stock di acciughe e sardine nella Fossa di Pomo sta impattando in maniera significativa sul nostro settore - affermano gli operatori delle volanti - accentuando le serie difficoltà sul piano economico-sociale conseguenti alle emergenze in atto, caro gasolio in primis». Tra le richieste degli operatori ci sono anche quelle legate alle problematiche, ormai annose, sui periodi di fermo pesca che, per il 2023, interessano l’intero mese di agosto. «Questo è un altro punto che andrebbe risolto - affermano -. Innanzitutto la sardina, per le caratteristiche dei fondali delle aree di pesca praticate e altresì per le mutate dinamiche della domanda e per il suo basso valore commerciale, non costituisce più una risorsa target delle unità “volanti” dedite alla pesca dei piccoli pelagici, come ben può evincersi dalle dichiarazioni di sbarco e dalle fatture di vendita del prodotto catturato. Per quanto sopra rilevano che non trova, conseguentemente, giustificazione e motivazione il rispetto di un periodo di interruzione obbligatoria e continuativa dell’attività (fermo pesca sardine) particolarmente destinato alla tutela biologica di una risorsa che non interessa e non viene più da tempo ricercata e pescata dalle unità volanti. Saremmo invece interessati ad un ulteriore periodo di interruzione dell’attività di pesca a tutela delle acciughe che è ormai, quasi esclusivamente, la loro risorsa target. In ogni caso, se proprio si ritiene necessario un periodo di interruzione temporanea dell’attività di pesca, finalizzato a tutelare la sardina, proponiamo, sempre per il 2023, un fermo sardine immediatamente e temporalmente conseguente al fermo acciughe e quindi nel periodo dal 31 Agosto al 29 settembre. Parliamo di un periodo “biologicamente rilevante” per la tutela della sardina, atteso che i piccoli pelagici, per le loro caratteristiche biologiche, si adattano con maggiore rapidità ai cambiamenti climatici».

La riproduzione

«Sanno - chiudono i pescatori - direttamente incidendo in modo significativo anche sui periodi riproduttivi dei prodotti ittici, e che la sardina, peraltro, si caratterizza, notoriamente, per un periodo riproduttivo abbastanza ampio e sensibile ai mutamenti delle condizioni ambientali».

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