San Benedetto, tirò un idrante
ai medici, paziente finisce a giudizio

Il tribunale di Ancona
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Mercoledì 8 Marzo 2017, 05:55
SAN BENEDETTO Un idrante azionato contro medici e infermieri, calci e pugni ai poliziotti intervenuti per contenerlo. A far scoppiare un parapiglia nel reparto di psichiatria dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, il 7 ottobre del 2014, fu un paziente allora 34enne di San Benedetto. E a fare le spese di quella improvvisa e inaspettata battaglia in corsia furono due degli agenti giunti in ospedale per far fronte all’emergenza, che subirono lievi traumi contusivi alle braccia. Ora il sambenedettese, difeso dall’avvocato Stefano Lanari, è accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Ieri il gup Paola Moscaroli lo ha rinviato a giudizio. Il processo inizierà ad Ancona il 13 giugno. Con ogni probabilità almeno uno dei poliziotti si costituirà parte civile. Era stato il personale della struttura ospedaliera ad allertare il commissariato di Jesi perché l’imputato aveva dato in escandescenza. I sanitari non erano riusciti a placare l’ira del 34enne che si era impossessato di un idrante e lo aveva azionato contro il personale ospedaliero. Era stato richiesto l’intervento degli agenti che avevano trovato non poche difficoltà a immobilizzare l’agitatissimo paziente. Dopo aver minacciato sanitari e poliziotti, aggredì entrambi gli agenti. Quando si avvicinarono a lui, prima scagliò contro di loro il manicotto dell’idrante. Poi iniziò a tirare calci e pugni, procurando ai poliziotti contusioni alle braccia. Fortunatamente l’entità delle ferite fu lieve: vennero giudicate guaribili in quattro giorni. Quanto ad aggressioni, l’imputato era risultato recidivo. Non era la prima volta che si rendeva responsabile di condotte della stessa indole: era stato condannato dalla Corte d’Appello di Ancona nel maggio del 2013 e, poi, dal Tribunale di Fermo nel dicembre successivo. Ora sarà il Tribunale di Ancona a valutare la condotta. Mentre la difesa cercherà di dimostrare l’assenza di specifiche responsabilità del proprio assistito o comunque la presenza di attenuanti.
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