Quattro ragazzini fanno sesso all'alba su una panchina: scoppia la lite con una residente

San Benedetto, quattro ragazzini fanno sesso all'alba su una panchina: scoppia la lite con una residente
San Benedetto, quattro ragazzini fanno sesso all'alba su una panchina: scoppia la lite con una residente
di Marco Braccetti
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Venerdì 28 Agosto 2020, 02:10

SAN BENEDETTO - Strade della movida senza pudore, ci scappa anche l’orgia in panchina. Il racconto di un’anziana residente del quartiere Marina Centro allunga la serie di allarmanti testimonianze sugli eccessi sfrenati che caratterizzano le notti sambenedettesi. La donna, che vive in via Custoza, preferisce non vedere il proprio nome sul giornale; ma comunque ci riferisce i fatti così come dice di averli visti e sentiti poche notti fa. 

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Alle 4.30, lei se ne stava tranquilla a dormire, quando è stata disturbata da urla e gemiti provenienti dall’esterno. Allarmata, si è affacciata dalla finestra per vedere cosa stesse accadendo. Tutto poteva immaginare, tranne che di trovarsi davanti ad un vero e proprio hard-show: «Erano in quattro, due ragazzi e due ragazze, tutti giovanissimi, non credo avessero più di 18 anni. Stavano facendo sesso lì sulla panchina e, per stare più comodi, avevano aggiunto una sedia di plastica, presa chissà dove» dice l’anziana che, per decenza, non entra in troppi scabrosi dettagli. 
 
Tutti ubriachi 
«Non so se avessero bevuto o preso qualche droga, ma come minimo mi sembravano ubriachi - prosegue l’anziana -. Quando ho provato a redarguirli, una delle due giovani mi ha risposto: “Signora, quand’eri giovane tu queste cose non ci usavano?”. Ho provato una pena infinita, soprattutto per le due ragazzine». Ora, a qualche giorno di distanza, la residente ancora non si dà pace: «Ma i genitori dove stanno? Non vedono in che condizioni tornano a casa i loro figli? - si domanda -. Ma, poi, al di là di ciò che combinano, com’è possibile tollerare che dei ragazzini stiano in giro praticamente tutta la notte? Davvero non mi capacito e, da nonna, sono molto preoccupata per le nuove generazioni». 
Movida, allarme continuo 
Una testimonianza che arriva a pochi giorni di distanza da un altro triste resoconto sullo sballo notturno sambenedettese. Giusto martedì, infatti, il Corriere Adriatico aveva dedicato un’intera pagina alle immagini choc raccolte dai residenti di via Aspromonte (tra l’altro, poco distante da via Custoza) che documentavano chiaramente il consumo di droga (cocaina ed eroina) direttamente in strada; oltre all’utilizzo degli spazi tra le auto in sosta come veri e propri vespasiani. 
Da via Aspromonte a Custoza Le inequivocabili fotografie hanno riacceso il dibattito pubblico su come invertire questa tendenza. Il sindaco Pasqualino Piunti ha ricordato che si sta muovendo su più fronti, sia con ordinanze anti-alcol, sia con progetti sociali volti a frenare le devianze. Il comitato di quartiere Marina Centro guidato da Elena Piunti ha riconosciuto gli sforzi di Comune e forze dell’ordine: «I controlli ci sono, ma non è facile arrivare a tutti». Mentre la psicoterapeuta Antonella Baiocchi ha evidenziato il ruolo determinante che le famiglie hanno in questa partita. Un compito - la corretta educazione dei figli - che oggigiorno, secondo l’esperta, non sempre le mamme ed i papà riescono pienamente a svolgere. 
Va detto che, nell’estate 2020, la movida molesta caratterizza il cuore di San Benedetto con episodi tutt’altro che nuovi. Consumo di sostante stupefacenti all’aperto e atti osceni in luogo pubblico venivano infatti già affrontati dal nostro giornale in un articolo del maggio 2012. Già allora ci si interrogava su come affrontare questi nodi. «Principalmente chi abita in via Mentana e nelle vie limitrofe chiede maggiori controlli». Sono parole, datate 2012, di Pierfrancesco Troli: allora presidente di Marina Centro, oggi consigliere comunale. A distanza di quasi 10 anni, non tutto è rimasto proprio fermo. 
Il problema sociale 
Anche a seguito dell’emergenza Coronavirus e delle conseguenti ispezioni sul rispetto delle norme anti Covid, quest’estate le forze dell’ordine hanno intensificato la loro presenza nel quadrilatero centrale.

Ma gli strumenti del personale in divisa rischiano comunque di essere limitati, poiché - più che un problema di ordine pubblico - siamo ormai di fronte ad una drammatica emergenza sociale che avviluppa centinaia di ragazzi e qui vengono chiamate in causa le famiglie.

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