San Benedetto, la movida molesta
Commercianti e residenti prigionieri

I controlli sulla movida
I controlli sulla movida
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Martedì 9 Agosto 2016, 09:32
SAN BENEDETTO - «L’iniziativa delle sentinelle? Qui non si è visto nessuno». 
Pietro Canducci, titolare di una delle strutture ricettive del centro sambenedettese, il Seven Rooms, è uno degli imprenditori del centro che ha provato ad affrontare di petto i problemi della movida molesta. 
Un paio di settimane fa ha lanciato l’iniziativa delle sentinelle, vale a dire il raduno di un gruppo di volontari che, con apposite pettorine, facessero delle passeggiate per le vie della movida, per controllare la situazione e svolgere anche il ruolo di figure deterrenti per chi, sotto effetto di alcol o altro, avesse intenzione di fare atti vandalici o cose simili. 
«Si è fatta avanti una ditta del fermano – spiega – che si occupa di vigilanza privata. Ma dell’esercito di residenti che quasi quotidianamente si lamentano del fenomeno, non si è fatto vivo nessuno». 
Nel frattempo la situazione legata agli atti vandalici e a quelli osceni, sembra non essere cambiata. 
«Via Legnago, via Castelfidardo e altre vie della zona – spiega l’imprenditore turistico – sono ostaggio di un forte odore di urina che da staziona da giorni. Qui la gente continua a fare quello che vuole e noi tutti, commercianti e residenti, siamo costretti a subire in silenzio questa situazione e le sue conseguenza». 
Notte Bianca a parte gli schiamazzi hanno accompagnato anche le nottate dell’ultimo fine settimana. 
Tra venerdì e sabato e tra domenica e lunedì, il quadrilatero è stato più volte svegliato dagli schiamazzi e dai cori da stadio, lanciati da gruppi di giovani molto probabilmente sotto i fumi dell’alcol. 
Le preoccupazioni di tutti sono legate anche al fatto che la situazione sembra avviarsi verso un progressivo peggioramento: «Se penso a dieci anni e faccio il paragone con questi giorni sembra di vivere in un’altra città – spiega Enrico Di Cesare, un residente di via Roma – ormai ci sono orde di giovani che si sentono autorizzati a fare quello che vogliono».
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