SAN BENEDETTO - «La Moby Prince è andata a collidere con la petroliera Agip Abruzzo per colpa della presenza di una terza nave comparsa improvvisamente davanti al traghetto che provocò una virata a sinistra che ha poi determinato l’incidente. Purtroppo questa nave non è ancora stata identificata con certezza». Lo ha detto Andrea Romano, presidente della seconda commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro Moby Prince, presentando la relazione finale approvata ieri all’unanimità.
La conclusione
Una conclusione choc a quasi 32 anni dalla tragedia del traghetto della Navarma a bordo del quale il 10 aprile 1991 persero la vita 140 persone, tra cui il motorista sambenedettese Sergio Rosetti, e tra i passeggeri Giuseppina Granatelli di Sant’Elpidio a Mare ed il marito Bruno Fratini (originario di Morrovalle). «Tolta la nebbia sui depistaggi, si è fatta chiarezza su quella notte - commenta Nicola Rosetti figlio di Sergio - c’è una terza nave ed è da questo dato che dobbiamo ripartire con una nuova ipotesi.
Le cause
Ma quale nave può aver causato la virata del Moby? Un’ipotesi porta al peschereccio battente bandiera somala, la 21 Oktobar II, che era nel porto di Livorno per riparazioni. Si tratta della stessa nave su cui su cui indagheranno sul traffico di rifiuti tossici gli inviati del TG3 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin prima di essere assassinati a Mogadiscio. L’altra pista è quella delle bettoline (o bettolina). Gli approfondimenti proseguono.