Il bike sharing in Riviera ha fatto flop, sono rimaste solo le rastrelliere ma l'assessore punta sulla gestione privata

Quello che resta oggi in Riviera del bike sharing
Quello che resta oggi in Riviera del bike sharing
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Giovedì 25 Marzo 2021, 06:10

SAN BENEDETTO - A distanza di alcuni anni è naufragato il progetto di bike sharing che tra il 2007 e il 2015 era stato tentato a San Benedetto. Delle tre postazioni allestite in giro per la città, quelle con le biciclette arancioni, sono rimaste soltanto le rastrelliere e, ad oggi, non esiste nulla che sostituisca quel servizio che avrebbe potuto essere utile sia per i turisti che per i pendolari. Ma non è escluso che in futuro la possibilità di utilizzare delle biciclette “pubbliche” possa tornare con una operazione che ricalchi quella tentata negli anni scorsi seppure riveduta e corretta. 

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Il primo Il progetto di Bike Sharing, inizialmente denominato “C’entro in bici”, per quanto riguarda la Riviera vide la luce nel 2007 per volontà dell’amministrazione provinciale all’epoca guidata da Massimo Rossi.

La Provincia, in collaborazione con la Banca Popolare di Ancona, aveva acquistato quaranta bici e installandole in alcuni centri del Piceno tra cui San Benedetto. La prima location scelta era stata naturalmente quella della stazione ferroviaria. 

Il meccanismo era semplice, attraverso quel servizio era possibile ottenere gratuitamente (previo versamento di una cauzione di 5 euro presso l’ufficio economato del Comune e muniti di documento di identità) una chiave che permetteva di prelevare una bici pubblica. Dopo averla liberamente utilizzata per i propri spostamenti, l’utente non doveva far altro che riporre la bici nella rastrelliera dalla quale era stata prelevata e “liberare” così la chiave che sarebbe rimasta in suo possesso per ogni successivo utilizzo. Altre due postazioni sarebbero poi sorte una in piazza del Pescatore e l’altra alla Sentina. 

Ma con il tempo sono emerse tutte le lacune di questo servizio. Lacune e criticità che, alla fine, hanno portato ad una progressiva riduzione del numero di biciclette fino ad arrivare all’attuale azzeramento. I motivi sono molteplici e legati principalmente alla manutenzione, impossibile da garantire con la dovuta continuità anche in seguito dei numerosi atti vandalici ai quali le bici erano state sottoposte. 

Ma l’attuale assessore alla viabilità Pierfrancesco Troli, non esclude la possibilità di una revisione del progetto per quanto riguarda la Riviera delle Palme. «Dovrebbe però trattarsi - afferma - di un servizio che non può garantire l’ente pubblico ma, al massimo, affidato attraverso un bando ad una realtà che possa occuparsi della manutenzione e che stia dietro a tutti i vari meccanismi dell’iniziativa. Una sorta di partenariato tra pubblico e privato insomma».
Emidio Lattanzi

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