Anticipo del fermo sul pesce azzurro, il ministero dice no: acque agitate al porto

Anticipo del fermo sul pesce azzurro, il ministero dice no: acque agitate al porto
Anticipo del fermo sul pesce azzurro, il ministero dice no: acque agitate al porto
di Emidio Lattanzi
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Sabato 15 Ottobre 2022, 03:50

 SAN BENEDETTO - Sono sul piede di guerra gli operatori della pesca volante che, in questi ultimi giorni, si sono visti rifiutare dalla direzione nazionale della pesca, la richiesta di anticipare di due settimane il fermo biologico per le sardine. E nei prossimi giorni, potrebbero sentirsi dire un altro no per le richieste di rimodulazione dei tempi dei due fermi biologici che devono osservare nel corso dell’anno. Ma andiamo con ordine. 


Il rifiuto


Il primo rifiuto è arrivato dal direttore nazionale della Pesca in persona.

Riccardo Rigillo ha infatti rigettato la richiesta di svolgere il fermo delle sardine dal 15 ottobre al 15 novembre anziché durante tutto novembre. «Lo avevamo chiesto - spiegano i pescatori sambenedettesi ma che stanno portando avanti queste iniziative insieme a colleghi di Abruzzo, Molise e Puglia - perchè novembre particolarmente redditizio ed è ormai evidente che a livello di tutela biologica, il fermo così come viene fatto, è inutile». In buona sostanza i marittimi erano disposti a fermarsi trenta giorni come previsto dalla normativa ma chiedevano semplicemente di anticipare lo stop di di quindici giorni. Una richiesta legittima anche in considerazione della situazione e delle difficoltà economiche evidenti legate al problema del caro gasolio. Richiesta che però è stata rifiutata.

Ma c’è di più perché in seguito ad una riunione generale che si è tenuta nella sede di Federpesca, gli operatori delle volanti dei compartimenti che vanno da San Benedetto del Tronto a Gallipoli, hanno deciso di chiedere alla direzione generale una rimodulazione dei due fermi biologici anche se sembra che, anche in questo caso, la posizione ministeriale sia negativa. «Per quanto riguarda il fermo delle acciughe previsto nel periodo che va dal primo al 30 maggio - spiegano - per il 2023 abbiamo richiesto una diversa articolazione temporale facendo riferimento ad una legge che ci consentirebbe di fermarci per i trenta giorni che vanno dal primo al 30 agosto anziché a novembre. La variazione proposta risponde ad esigenze biologiche, rientrando perfettamente nell’arco temporale previsto, per il fermo delle acciughe, e nel contempo si equilibra meglio con esigenze commerciali delle imprese». Altro discorso per quanto riguarda le sardine. «Per le caratteristiche dei fondali delle aree di pesca praticate e per le mutate dinamiche della domanda e per il suo basso valore commerciale, la sardina non costituisce più una risorsa target delle unità volanti dedite alla pesca dei piccoli pelagici, come ben può evincersi dalle dichiarazioni di sbarco e dalle fatture di vendita del prodotto catturato». 


La protesta dei pescatori


«Per questo motivo - proseguono - non trova giustificazione e motivazione il rispetto di un periodo di interruzione obbligatoria e continuativa dell’attività (fermo pesca sardine) particolarmente destinato alla tutela biologica di una risorsa che non interessa e non viene più da tempo ricercata e pescata dalle volanti. Se proprio si ritiene necessario un periodo di interruzione temporanea dell’attività di pesca, finalizzato a tutelare le sardine proponiamo per il 2023 un fermo immediatamente e temporalmente conseguente al fermo acciughe e quindi nel periodo dal 31 agosto al 29 settembre».

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