Minacce e insulti a chi si lamenta, commercianti ostaggio della movida violenta dei giovani

Giovani in centro in Riviera in una foto di archivio
Giovani in centro in Riviera in una foto di archivio
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Giovedì 25 Febbraio 2021, 02:55

SAN BENEDETTO - «Dopo i residenti ora sono sfiniti anche i commercianti». Lo spostamento alle ore pomeridiani di quelle che, prima del Covid, venivano definite “notti brave”, sta ora interessando non solo chi vive in centro ma anche chi ha delle attività tra le vie del quadrilatero. La denuncia arriva da uno dei fondatori del comitato commercianti Pietro Canducci, imprenditore turistico del centro sambenedettese, che parla di esercenti «sfiniti» non solo per la crisi legata al covid ma anche a causa della movida pomeridiana. 

 
«Il centro città da anni è occupato da orde di ragazzini, molti minorenni, che ne fanno territorio di conquista - spiega Canducci - depauperando la più bella passeggiata di San Benedetto del Tronto da quello che è il suo target naturale: famiglie, bambini, normali e civili avventori in cerca di qualche ora di shopping e relax. Tutto questo ad oggi è impossibile, pur vigendo delle regole ben precise contro gli assembramenti e a tutela della salute e della sicurezza pubblica che, purtroppo, non sono fatte rispettare». 
«Sono ormai tantissimi - prosegue Canducci - i commercianti del centro che si ritrovano, al momento durante i fine settimana ma con l’arrivo della bella stagione tutti i giorni, ostaggio nei propri negozi di persone assembrate davanti alle loro vetrine, completamente ubriache o in preda a chissà quali altri tipi di sostanze». 
Canducci rappresenta tutta la frustrazione di chi lavora tra centro e lungomare. «I commercianti provano con educazione ad allontanare quei ragazzi e per tutta risposta ricevono insulti, minacce, improperi non raggiungendo l’obiettivo di veder liberata la propria vetrina ma, al contrario, vedendo aumentata la paura di ritorsioni e violenze alle persone o alle cose». 
«Centinaia nell’ultimo fine settimana sono state le telefonate alle forze dell’ordine, ai vigili urbani, a chi insomma deve far rispettare la legge ma, a detta degli stessi esercenti, pochissimi risultati sono raggiunti sia in virtù della maleducazione e sfrontatezza dei ragazzi sia per una eccessiva tolleranza da parte dei controllori». 
Non bastano qualche multa o qualche ammonizione: i commercianti del centro chiedono con forza un maggior rigore, un più alto grado di sorveglianza ed un maggior numero di personale addetto al controllo. «La Leggeè assolutamente chiara in tal senso. Quello che raccontano molti commercianti è che gli stessi loro clienti evitano di raggiungerli per lo shopping perché impauriti e chiedono di andare in orari particolari proprio per evitare strani incontri: tutto ciò sta purtroppo producendo, quindi, un duplice danno».
Emidio Lattanzi

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