San Benedetto, domande in crescita per le mense scolastiche. Il Comune elimina i lunch box, arrivano nutrizionista e zuppe

San Benedetto, domande in crescita per le mense scolastiche. Il Comune elimina i lunch box, arrivano nutrizionista e zuppe
San Benedetto, domande in crescita per le mense scolastiche. Il Comune elimina i lunch box, arrivano nutrizionista e zuppe
di Alessandra Clementi
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Venerdì 3 Marzo 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 15:32

SAN BENEDETTO - Da troppo tempo si susseguono lamentele e polemiche sulla qualità delle mense scolastiche cittadine. Da qui l’obiettivo che si è prefissata l’amministrazione comunale di migliorare questo servizio che mette in tavola ogni anno 200mila pasti e che costa un milione di euro. 


Proprio per migliorare il servizio, nei giorni scorsi il capogruppo di Libera Stefano Gaetani ha tenuto un incontro con l’ufficio mense del Comune per mettere a punto i numeri che gravitano attorno al servizio e stilare le valutazioni necessarie. Va detto subito che dei 200mila pasti l’anno contati nel 2020 si è registrato un aumento delle richieste pari al 10% quindi i piatti preparati arriveranno nel 2023 a 225mila e questo aumento arriva in particolare dalle scuole di Porto d’Ascoli dove probabilmente è più forte l’incidenza dei ragazzi che richiedono il tempo pieno.

Chi lavora

Ma quante persone lavorano nelle mense sambenedettesi? Addetti a tempo determinato sono 46 tra cuochi e addetti allo sporzionamento dei pasti, mentre 11 sono a tempo indeterminato.

Il personale è in allarme dalle voci che vorrebbero l’introduzione di cooperative al posto dei dipendenti dal Comune. Spauracchio che non vedrebbe affatto d’accordo anche le sigle sindacali. Operatori impegnati nelle sei cucine sparse sul territorio quali quelle delle scuole Marchegiani, l’asilo di via Puglia, scuola Caselli, scuola Miscia, asilo Mattei e plesso Alfortville. 

Quanto costa
 

Il servizio mensa costa alle casse comunali circa un milione di euro che nell’ultimo anno ha subito rincari sia per le materie prime che per i costi dell’energia e della luce. «Il nostro obiettivo – spiega il consigliere Gaetani – dovrà essere quello di ottimizzare il servizio. Migliorare anche la qualità dei pasti che fino a ieri era condizionato dall’adozione di lunch box, ora si dovranno rivedere anche i menù». E proprio sui menù che in passato, soprattutto le famiglie dei piccoli fruitori delle mense, avevano portato avanti una battaglia culminata con un questionario fatto compilare dai bambini per conoscere i loro gusti culinari. L’obiettivo quindi del Comune è anche quello di rivisitare i menù far tornare sulle tavole le zuppe, oltre ai cibi più amati dai piccoli studenti rendendoli più gradevoli possibile sempre sotto la supervisione dell’Asur e quindi della nutrizionista incaricata. Andrà inoltre affrontato l’aspetto dei refettori, basti pensare che alla Marchegiani si lavora ancora su tre turni. Questione mense che nelle prossime settimane approderà nella commissione pubblica istruzione come richiesto più volte dall’assessore di riferimento Lina Lazzari. Intanto il Comune ha disposto tariffe agevolate ed esenzioni dal pagamento per il servizio di mensa scolastica. Entro il 31 marzo dovrà essere presentata la domanda per ottenere l’esenzione per le famiglie con un reddito Isee fino a 10mila euro, mentre quelle con un reddito Isee compreso tra 10mila e 20mila potranno beneficiare di una tariffa agevolata.

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