Medicina d’urgenza, tempi lunghi, trovare i medici rimane un rebus e la cooperativa privata ancora non risponde

L'ospedale
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di Laura Ripani
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Martedì 9 Novembre 2021, 02:20

SAN BENEDETTO - C’era anche il primario del Pronto soccorso di San Benedetto, Giuseppina Petrelli, ieri al summit che si è tenuto in Regione con l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini. In una situazione esplosiva come quella cittadina, infatti, oltre alle richieste che sono arrivate da tutti i colleghi, infatti, in Riviera c’è da risolvere un problema molto grave, una mancanza di personale alla Murg (Medicina d’urgenza) che doveva essere risolta con l’arrivo di medici di una cooperativa. Purtroppo, però, nonostante la domanda formale sia stata presentata, ancora non è arrivata alcuna risposta e i giorni passano. Difficilmente, dunque, si potrà rispettare la dead line fissata a metà mese. 
 
Tra le soluzioni che sono state prospettate durante il summit. d’altra parte, diverse non possono essere applicate a San Benedetto. Per risolvere la carenza di personale, infatti, non è possibile stabilizzare i precari così come richiesto semplicemente perché a San benedetto non ce ne sono. Altro sarebbe indire, come sembra oramai scontato, un concorso cambiando le regole di reclutamento dei nuovi medici: eliminare o tenere abbastanza larghe le maniche sui bandi senza richiedere la specializzazione in emergenza potrebbe essere una buona idea anche in Riviera ma a Pescara è già accaduto che la selezione sia andata deserta proprio perché questo non è un reparto molto gettonato.

A maggior ragione sotto il Torrione dove i turni sono massacranti, d’estate la popolazione raddoppia o triplica e non ci sono sufficienti incentivi.

Si spera dunque nell’integrazione con il 118, auspicata almeno per quanto riguarda i codici meno gravi ma certo in una città che è tra le prime nella Marche per numero di accessi sembrano i classici pannicelli caldi su una situazione esplosiva. 


Proprio ieri il governo, consapevole della situazione di carenza di organico, ha deciso di stanziare 90 milioni extra per i medici in prima linea e anche l’assessore Saltamartini si è allineato facendosi promotore di una proposta di adeguamento salariale per un lavoro che è a tutti gli effetti da considerarsi usurante. Ma la beffa sta proprio nel fatto che la legge italiana per ora non fa rientrare questi lavoratori, medici e infermieri, tra quelli a rischio e i pochi giovani che dovessero scegliere di indirizzarsi in questo reparto sarebbero costretti ad una carriera più lunga di altri colleghi. Circa gli incentivi, poi, sembra che sia proprio tutto da vedere: l’entità, in particolare.

Perché se a livello locale si dovesse parlare di poche decine di euro è chiaro che nessuno sarebbe disposto a muoversi. E soprattutto chi proprio dovesse sentire la vocazione, vista la penuria, piuttosto che venire a San Benedetto dove è noto che si lavora molto, magari sceglierebbe una grande città. In tutto questo c’è da considerare l’emergenza Covid. Perché continua a crescere la paura e molti cittadini si tengono alla larga dai luoghi affollati di malati: il Pronto soccorso in primo luogo.

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