Sono 17 gli immobili dove dormono i senzatetto, ecco quali sono e le zone a rischio

Un clochard dorme al Pronto soccorso
Un clochard dorme al Pronto soccorso
di Marco Braccetti
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Mercoledì 23 Febbraio 2022, 05:40

SAN BENEDETTO - Disseminati lungo il territorio sambenedettese, si sono contati ben 17 immobili fatiscenti, possibili bersagli di occupazioni abusive. Un dato allarmante, messo nero su bianco in una relazione redatta dalla polizia municipale, recentemente approvata dalla giunta Spazzafumo. Il dato arriva al termine di una mappatura che i vigili hanno effettuato per aumentare la sicurezza urbana. 


Nella relazione viene messo in chiaro come il Comune abbia proceduto ad inviare delle lettere di diffida ai proprietari degli immobili in questione, chiedendo di riportare le cose ad uno standard minimo di decoro e sicurezza.

Ma, purtroppo, non tutto è andato secondo i piani. Un esempio eclatante arriva dalle “ex Palazzine Santarelli”, in zona Ballarin. Nonostante i numerosi interventi contenitivi ed i periodici controlli, quel grande immobile incompiuto presso l’area portuale sembra tornato ad essere punto di riferimento per sbandati e senza-tetto.

In questi ultimi scampoli d’inverno, l’emergenza di quanti non hanno un posto dove trascorrere le notti si fa sempre più grave. Su questo fronte, ha fatto il giro del web (rilanciata dalla pagina-social “SanBeachFavelas”) la foto di una clochard che dormire sulle sedie della sala d’attesa del pronto soccorso. Già normalmente, il presidio interno all’ospedale civile deve affrontare diverse difficoltà. Se poi diventa pure un ritrovo per senza fissa dimora, le cose rischiano di peggiorare ulteriormente. Tornando agli immobili fatiscenti: nella lista delle 17 “mostruosità” dovrebbe spiccare anche un’altra situazione, presente sempre quel quartiere San Filippo Neri. Parliamo dell’ex complesso industriale di via Calatafimi.

«L’edificio, già diroccato, pieno di erbacce incolte ed animali, è oltretutto diventato rifugio di persone senza fissa dimora» disse tempo fa il presidente dell’associazione zonale, Maurizio Di Giacinto, annunciando il deposito di un esposto in Procura ed ai carabinieri. Un grido di allarme che sembra non aver ottenuto risultati. Lo scorso aprile, la polizia effettuò un blitz all’interno della fatiscente struttura, trovando i resti di diversi bivacchi, lì da chissà quanto tempo. A inizio del 2019, l’allora assessore ai lavori pubblici Andrea Assenti affrontò il nodo durante un incontro pubblico: «Non essendo una proprietà comunale non possiamo intervenire direttamente, ma abbiamo segnalato il problema a tutte le autorità».

A distanza di ben 3 anni, non si sono visti concreti passi avanti. Come affrontare questa ed altre questioni? Nel suo programma elettorale, la squadra civica di Spazzafumo ha indicato un «recupero del patrimonio edilizio esistente, e il miglioramento della qualità edilizia attraverso processi di rigenerazione e riqualificazione urbana». 


La speranza è che si passi presto dalle parole ai fatti e, soprattutto, che le persone oggi costrette a passare le notti in giacigli di fortuna possano essere aiutate e sostenute come si conviene in un Paese civile.

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