San Benedetto, scontro in maggioranza, duro faccia a faccia con il presidente di Picenambiente

San Benedetto, scontro in maggioranza, duro faccia a faccia con il presidente di Picenambiente
San Benedetto, scontro in maggioranza, duro faccia a faccia con il presidente di Picenambiente
di Alessandra Clementi
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 16:56

SAN BENEDETTO - La resa dei conti c’è stata. Lunedì sera duro faccia a faccia tra il presidente della Picenambiente Rolando Rosetti e il capogruppo di Rivoluzione civica Simone De Vecchis. Intanto è saltato il consiglio di amministrazione che la stessa partecipata aveva previsto per domani e nel frattempo si stanno accumulando i rifiuti in attesa del decreto regionale per trasferirli a Torre San Patrizio 

I rifiuti tengono banco nella politica locale. Lunedì nella riunione tra capigruppo, giunta e vertici della Picenambiente si è discusso della diffida che il presidente Rosetti avrebbe inviato al consigliere Simone De Vecchis in merito alla disputa sul riconoscimento del controllo pubblico della municipalizzata. Rosetti, infatti, attenendosi alla sentenza del Tar avrebbe sostenuto che la Picenambiente non potrebbe mai essere a controllo pubblico. Affermazione che non era affatto piaciuta al capogruppo di Rivoluzione civica da qui uno scambio di messaggi a cui è seguita la diffida. La battaglia poi si sposterà sul terreno del consiglio comunale in programma per il 28 dicembre dove una cospicua frangia della maggioranza aveva posto come condizione al proprio voto favorevole, nella delibera di ricognizione delle partecipate, la presenza della Picenambiente tra le società a controllo pubblico.

Quindi ci si chiede se rimarranno della loro posizione o anche questa volta si accontenteranno delle promesse. Non sarebbe, invece, stato trattato il tema dell’incarico a un professionista della comunicazione che doveva essere formalizzato proprio nel Cda di domani sera, appuntamento quest’ultimo che sarebbe saltato. 

I rifiuti indifferenziati
 

A preoccupare Collina però sono soprattutto i rifiuti indifferenziati che nei mesi scorsi sono stati conferiti prima a Tavullia, fino a lunedì scorso a Fermo e ora vengono accumulati presso il TMB (Trattamento meccanico biologico) il tutto in attesa del decreto emergenziale che deve essere emesso dalla Regione destinato a sbloccare i rifiuti che a quel punto verrebbero inviati a Torre San Patrizio. Il tutto grava sui costi, infatti se il conferimento in bacino ha un costo di 95 euro a tonnellata, a Tavullia vicino Fano costava 240 a tonnellata e a Fermo 170 euro, quindi anche il conferimento nel fermano ha avuto un costo abbastanza elevato. La soluzione finale dovrebbe essere quella di approdare a Relluce. In caso contrario i costi lieviterebbero sempre di più e già per quest’anno c’è stato un costo maggiorato di 800mila euro e per il 2023 si prevede anche un rincaro Istat che graverà sulle bollette degli utenti.

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