Sicurezza in alberghi e stabilimenti: scatta il piano di prevenzione. Ecco come si riconoscono i criminali e come si muovono

Un panorama di San Benedetto
Un panorama di San Benedetto
di Laura Ripani
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Martedì 24 Maggio 2022, 05:20

SAN BENEDETTO - Mafiosi, strozzini e pizzo. Sono tutte parole che sulla Riviera delle palme riecheggiano, per fortuna, solo dai telegiornali. Eppure fonti che ovviamente non intendono apparire sostengono che anche sul territorio piceno - almeno alcuni anni fa - qualche tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata c’è stata.

Chalet per i quali si offrivano prezzi fuori mercato, al rialzo o al ribasso per riciclare denaro sporco; ristoranti che sarebbero passati di mano troppo in fretta dove forse non si servivano solo piatti succulenti ma anche droga.

E ancora negozi che aprono e chiudono in pochi mesi. Insomma, sono tutti questi i segnali dei quali i Comuni in primo luogo sono stati invitati a tener conto - e le associazioni di categoria a vigilare - con la firma del Protocollo per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nei settori ricettivo e alberghiero e nelle attività economico commerciali.


Il documento è stato firmato nei giorni scorsi tra la prefettura, i Comuni di San Benedetto, Grottammare e Cupra, la Camera di commercio delle Marche e le associazioni di categoria degli Industriali, Confcommercio, Confesercenti, Imprese per l’Italia e Cna. Tutto nasce dal fatto che ,a congiuntura economica attuale - post Covid specialmente, rappresenta un rischio per le attività economiche che, se non ce la dovessero fare a superare la crisi, potrebbero cedere alla tentazione del denaro facile da parte di chi poi, piano piano, è capace di svuotare della titolarità gli imprenditori e impadronirsi dell’attività. Per questo sono state coinvolte le associazioni, affinché sensibilizzino i propri associati a vigilare e, magari, segnalare qualche strano personaggio.


Un importante baluardo contro la criminalità e le sue infiltrazioni sarebbe comunque rappresentata dall’accuratezza tramite la quale i Comuni sono in grado di valutare le credenziali di coloro che intendono dotarsi di una licenza. Nel Protocollo ci sono indicazioni precise affinché gli uffici pubblici controllino chi chiede nuove licenze, i subentri e anche i parenti che spesso sono utilizzati da personaggi senza scrupoli, collusi, magari, per entarre in mercati particolarmente floridi ma anche che ignorano i metodi di certe organizzazioni criminali. Insomma, lo scopo con il quale è stata fissata la riunione al termine della quale si è poi firmato il documento è stato chiaramente di tipo precauzionale ma anche informativo. E anche per evitare che possano accadere anche nella nostra zona, dove tutto sembra così tranquillo, situazioni opache capaci poi di infettare in tessuto comunque ritenuto sano e onesto.

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