Sul lungomare di San Benedetto
non si potranno toccare neppure le piante

Sul lungomare di San Benedetto non si potranno toccare neppure le piante
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Venerdì 2 Ottobre 2015, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 09:27
SAN BENEDETTO - E’ l’opera più attesa, quella che dovrebbe finalmente restituire a San Benedetto lo smalto di un tempo. Il lungomare Nord sarà attentamente monitorato dalla Soprintendenza che ha messo i paletti al restyling.

L’esecuzione dei lavori, infatti, dovrà essere subordinata all’osservanza di una serie di prescrizioni per evitare che qualcosa possa andare storto e si facciano danni laddove invece l’intenzione è quella di riportare l’antico al suo massimo splendore.

L’intenzione è quella di preservare il pregio della passeggiata, realizzata tra il 1932 e il 1939 e chiaramente ispirata all’architettura cosiddetta di tipo razionalista.

Sull’intera area, inoltre, insistono villini essi stessi di grande pregio. Partendo da questo presupposto, il recupero potrà avvenire soltanto se saranno rispettate le caratteristiche originarie tra le quali le dimensioni, la disposizione delle aiuole e delle essenze arboree, il mantenimento delle pavimentazione - la cosiddetta palladiana - e dei marciapiedi, il restauro delle balaustre e delle scale per la discesa a mare. In questo caso, poi, la Soprintendenza fa presente che i danni causati dagli atti di vandalismo che hanno in qualche caso deturpato il lungomare, dovranno essere riparati, anche utilizzando le foto dell’epoca.

Capitolo a parte le spiagge libere che dovranno restare tali perché concepite proprio per consentire la visione del mare. Bando quindi a nuovi giardini tematici, come avvenuto nella zona di Porto d’Ascoli o, peggio, di dehors e non potranno essere sistemate “a terrazza” le spiagge libere. Tra le prescrizioni poi, c’è la necessità di liberare la spiaggia pubblica tra il Kontiki e il Pao che sarebbe stata occupata dagli ombrelloni.

Da ricordare che per legge, due sono i vincoli al quale il lungomare è soggetto: quello paesaggistico, ai sensi dell’articolo 142 del Codice dei Beni Culturali (lettera A) perché opera monumentale, realizzata negli Anni Trenta e quindi di ispirazione razionalista; inoltre è tutelato dall’articolo 10, comma 4, lettera G come “strada storica”.
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