Lo smog d'estate, che anomalia: l'autostrada A14 in tilt spinge l'inquinamento verso la Riviera

Lo smog d'estate, che anomalia: l'autostrada A14 in tilt spinge l'inquinamento verso la Riviera
Lo smog d'estate, che anomalia: l'autostrada A14 in tilt spinge l'inquinamento verso la Riviera
di Marco Braccetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 13 Luglio 2021, 09:38

SAN BENEDETTO - Smog in pieno giugno, tornano le polveri sottili. La scorsa settimana, la centralina che monitora la qualità dell’aria ha registrato tre giornate con limiti di Pm10 superiori ai livelli di guardia. La cosa non sarebbe particolarmente eclatante se non fosse che questa raffica si è verificata durante la bella stagione. Un’anomalia che ha davvero pochi precedenti. Dal 2013 (anno in cui iniziano le serie storiche pubblicate dall’Arpam) non si era mai visto un giugno così.

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E allora gli occhi si puntano verso l’A14 dove nelle ultime settimane è stato davvero un inferno.

I sindaci della costa hanno già lamentato forti disagi al traffico di notte e di giorno tanto da essere costretti a spegnere i semafori ma il conto con l’aria inquinata ancora non l’avevano fatto. Ciò che non si vede si nota sempre dopo e rischia di essere più devastante anche dei forti disagi al traffico. 

I dati nel dettaglio 

Ma vediamo, nel dettaglio, tutta la situazione. Una premessa: le norme poste a tutela della salute pubblica fissano in 50 microgrammi per metro cubo d’aria la soglia-limite di concentrazione atmosferica giornaliera delle Pm10. Ebbene, ecco gli ultimi sforamenti: lunedì 21 giugno si sono toccati i 52 mg, saliti a 53 due giorni dopo, per arrivare a 66 giovedì 24 giugno. Questa nuova ondata di smog arriva dopo un lunghissimo periodo di tranquillità. Infatti, i precedenti sforamenti risalivano addirittura a febbraio. Complessivamente, dall’inizio dell’anno, le giornate oltre i limiti di guardia sono 7. Al momento, dunque, è ancora ben lontana l’altra fatidica soglia-limite. Ossia quella delle 35 giornate all’anno con livelli di smog allarmanti, superata la quale ogni Comune è chiamato a prendere nuovi provvedimenti per tentare di ripulire l’aria. Certo, i 3 sforamenti registrati la scorsa settimana restano comunque un rebus. I mesi estivi, infatti, generalmente sono praticamente “smog-free”. 
Peggio le caldaie 
A tal proposito va ricordato che l’Arpam per la Riviera letteralmente scompose i dati sulle Polveri sottili per andare a caccia d’indizi sulle fonti inquinanti. Secondo questo report, il traffico (dunque le emissioni dei mezzi a motore) contri “solo” per il 34% all’inquinamento, mentre il riscaldamento incide per il 39%. Altri fattori contribuiscono per il restante 27%. Semplificando al massimo: in Riviera le caldaie inquinano più delle auto. 
Monitoraggio da rivedere 
Certo, si potrebbe avere un quadro ancor più esatto se si concretizzasse una promessa che gli amministratori pubblici (di Comune e Regione) fanno ormai da anni. Ossia quella di installare una seconda centralina di monitoraggio, in zona Porto d’Ascoli. Attualmente, l’unica apparecchiatura (collocata lungo via Asiago) ha anche un limite non di poco conto: non vengono considerate le micro-polveri 2,5: più piccole delle loro “sorelle maggiori” Pm10 e, proprio per questo, ancor più pericolose per l’apparato respiratorio. Una carenza sulla quale, già nel 2014, aveva puntato i fari l’allora consigliere comunale Riego Gambini.

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