Grande sollevazione popolare
contro l'impianto del gas all'Agraria

Grande sollevazione popolare contro l'impianto del gas all'Agraria
2 Minuti di Lettura
Sabato 29 Novembre 2014, 20:36 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 11:53
SAN BENEDETTO - Unità d'intenti e di azioni contro l'impianto di stoccaggio del gas: cittadini ed associazioni di categoria insieme ieri mattina nella sala consiliare comunale per fare il punto e confrontarsi sulla questione dell'impianto di stoccaggio di gas che potrebbe essere realizzato in zona Agraria.

Un percorso di opposizione alla struttura da considerare in salita, in particolare dopo l'approvazione della valutazione di impatto ambientale, ma sul quale, è stato sottolineato nel corso dell'incontro, è ancora possibile compiere vari passi, a condizione che la città e tutte le sue componenti si muovano insieme.

Prima di aprire il microfono ai cittadini, agli amministratori ed ai rappresentanti delle associazioni di categoria - presenti tra le altre associazione albergatori, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e Itb - l'appuntamento, moderato da Massimo Bartolozzi dell'associazione Ambiente e Salute nel Piceno, ha visto gli interventi del presidente dell'associazione ambientalista Alfredo Vitali, che ha riassunto la storia dell'iter progettuale e burocratico dell'impianto, e del geologo Gianni Marrone e di Umberto Cuccioloni, rappresentante di un coordinamento di dodici associazioni di volontariato di protezione civile sui rischi e le possibili conseguenze della costruzione dell'impianto.

"Dal punto di vista geologico esistono tre problemi principali - ha spiegato Marrone - l'assenza di uno studio sulle faglie e lo storico dei terremoti e la mancata presa in considerazione dello studio di microzonizzazione sismica e delle esondazioni del fiume Tronto". Ai timori per la salute, l'ambiente e la sicurezza dell'impianto e dell'intero processo di immissione e prelevamento del gas stoccato nei depositi naturali nel sottosuolo sambenedettese (e dell'intera Riviera delle Palme: il giacimento esaurito che farebbe da "magazzino" all'impianto ha una estensione di 87 chilometri quadrati) si sommano quelli riguardanti i danni economici, in particolare nei confronti di due settori fondamentali per la città: il turismo e l'immobiliare. "Potrebbero anche convincermi che l'impianto sia assolutamente sicuro - dice Sandro Assenti, responsabile turismo e commercio per la Confesercenti - ma nulla potrà mai convincermi che possa essere positivo per una città che vive di turismo". Per il turismo e le compravendite immobiliari, il "rischio percepito" è già sufficiente: "Se scatta la percezione che sotto San Benedetto c'è una polveriera questa diventerà una città morta - nota Bruno Tommaso Traini, presidente della Confesercenti di Ascoli e Fermo e della fiera immobiliare Domo Adriatico - e con l'altissima percentuale di proprietari ascolani delle case a San Benedetto, il problema è davvero di tutto il territorio". L'appuntamento è stato promosso dall'associazione Ambiente e Salute con la Confesercenti, in preparazione di una nuova manifestazione di piazza che l'associazione ambientalista vorrebbe organizzare per la fine di dicembre o i primi giorni del nuovo anno. Intanto lunedì una delegazione incontrerà il vicepresidente della Regione Antonio Canzian per chiedere la revisione della valutazione di impatto ambientale.



Leggi Corriere Adriatico per una settimana gratis - Clicca qui per la PROMO

© RIPRODUZIONE RISERVATA