SAN BENEDETTO - Nella giornata universale per i diritti umani la Corte di Strasburgo ha ammesso il ricorso presentato da Gianluca Fanesi. «Finalmente una buona notizia anche se è solo un primo step, bisognerà attendere i tempi del procedimento che non entra nel merito dei fatti ma esprime un giudizio sull’operato della giustizia italiana».
È Massimiliano, fratello di Luca, a dare la notizia dell’avvenuta ammissione. Tanti gli attestati di vicinanza di amici e tifosi a sostegno del tifoso rossoblu rimasto gravemente ferito a Vicenza nel novembre 2017 dopo la partita Vicenza-Samb.
Il ferimento
La famiglia sostiene che Luca sia stato manganellato dagli agenti, i magistrati invece sostengono la caduta accidentale.
Il ricorso
La famiglia Fanesi, seguita dall’avvocato Fabio Anselmo del Foro di Ferrara, non si è arresa. L’istanza è stata presentata a maggio 2020. I tempi di risposta da parte della Corte si sono dilatati per via della crisi pandemica in atto che di fatto ha rallentato tutto il sistema giudiziario anche a livello europeo.
Come funziona
Tutte le osservazioni tra la Corte e le parti avverranno in via documentale. L’obiettivo è quello di accertare se la giustizia italiana abbia agito correttamente.
L’indennizzo Se la Corte accerterà una violazione, può riconoscere una «equa compensazione» che consiste in un risarcimento economico e può esigere che lo Stato condannato proceda al rimborso delle spese anticipate da Fanesi ( onorari dell’avvocato e spese).
I nodi
Secondo Fanesi in fase di indagine vi sarebbero stati testimoni chiave non ascoltati, accertamenti ulteriori non eseguiti. «Non sappiamo se i manganelli sequestrati siano mai stati fatti esaminare per verificare che vi fossero o meno tracce ematiche o del dna di Luca». Max Fanesi più volte ricorda che la visita medico legale del ctu fu eseguita mentre Luca era all’ospedale di Vicenza, senza che fosse sbendato.