«La Sentina rischia di scomparire». L’erosione spaventa gli scienziati: il clima è cambiato

L'erosione alla Sentina
L'erosione alla Sentina
di Laura Ripani
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Domenica 26 Settembre 2021, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 09:18

SAN BENEDETTO - «Se non si interverrà per contrastare il fenomeno erosivo, il quadro che emerge è drammatico». Lancia l’allarme l’Università di Camerino che, con i suoi ricercatori nel campo botanico-ecologico, Luca Bracchetti, Stefano Chelli, Massimiliano Fazzini e Fabio Conti, ha presentato alcuni dati, estremamente preoccupanti, nel corso del convegno dal titolo Estuarine & Coastal Sciences Association al quale hanno partecipato studiosi da tutto il mondo.

 

I dati derivati dalle foto aeree mostrano un arretramento della linea di costa di oltre 150 metri dagli anni Sessanta con un trend di erosione che in alcuni periodi ha toccato la velocità media di 3,3 metri all’anno. Negli ultimi anni, poi, la frequenza e l’intensità delle mareggiate straordinarie sono aumentate probabilmente a causa del cambiamento climatico in atto, con conseguenze rilevanti sugli ambienti costieri della Riserva. Ma a preoccupare di più sono anche le piante. Delle 18 specie vegetali rare - peraltro oggetto di reintroduzione negli ultimi 10 anni -, ben 8 sono a rischio concreto di scomparsa entro pochissimi anni «mentre per tre specie - constata la relazione degli scienziati - la reintroduzione è di fatto fallita a causa del repentino arretramento della linea di costa.

Senza alcun tipo di intervento volto a mitigare l’erosione costiera, il rischio di perdere ecosistemi preziosi è imminente». 


Persino le zone umide sono a rischio: quelle recentemente ripristinate grazie al progetto Life + finanziato dall’Unione Europea per circa 1,2 mlioni di euro nel 2009 potrebbero avere vita breve, così come l’edificio storico “Torre sul Porto” ormai a pochi metri dalla battigia. Insomma: ciò che rende la Riserva Sentina unica e preziosa rischia di scomparire in pochi anni.


«L’Unicam ce la sta mettendo tutta – sottolineano i ricercatori che hanno studiato il fenomeno – e ci auguriamo che gli enti preposti implementino nel breve termine le misure necessarie ad arrestare questa pericolosa tendenza». 


Già a gennaio era scattato l’allarme: un altro studio dal titolo “Metrics for short-term coastal characterization, protection and planning decisions of Sentina Natural Reserve, Italy”, pubblicato su Ocean & Coastal Management da Alessio Acciarri, Carlo Bisci, Gino Cantalamessa, Giorgio Di Pancrazio dell’università di Camerino, Sergio Capucci dell’Enea, Matteo Conti dell’Ispra, Federico Spagnoli ed Emiliana Valentini del Cnr, riguardava la dinamica costiera della Sentina. La più piccola area protetta marchigiana, infatti, ha grande valenza ambientale: è un paesaggio di acqua e sabbia di 180 ettari, costituita da ambienti unici come cordoni sabbiosi, zone umide retrodunali, e praterie salmastre che ospitano una ricca flora ormai scomparsa in quasi tutto il litorale adriatico devastato dall’antropizzazione. Notevole è l’importanza dell’area per i migratori, che trovano qui l’unica possibilità di sosta tra le aree umide del delta del Po e del Gargano.

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