Caccia agli ordigni bellici al porto prima del dragaggio. Torquati: «Si perde tempo, non siamo a Odessa»

La draga al porto
La draga al porto
di Emidio Lattanzi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Marzo 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 20:46

SAN BENEDETTO - Hanno preso il via ieri e andranno avanti per tutto il resto della settimana, i lavori di individuazione di eventuali ordigni bellici nel fondale del porto sambenedettese in vista dell’intervento di dragaggio che, finalmente, dovrebbe vedere la luce nelle prossime settimane. 

 
Fondale ai raggi X 


Ieri è infatti entrata in azione la barca “Avenza” della Ediltecnica che effettuerà lavori di individuazione e verifica delle masse magnetiche rilevate nello specchio acqueo dell’imboccatura del porto di San Benedetto del Tronto.

Lavori propedeutici, per legge, all’escavo ma che sono stati eseguiti ormai decine di volte dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e che per molti risultano un inutile spreco di tempo e risorse. 


Le critiche


Sulla vicenda era già intervenuto l’ex assessore Nazzareno Torquati: «Dopo 80 anni e decine di dragaggi totali di tutto il bacino portuale a cosa serve? Con ampliamento di banchine e rimozioni di relitti di ogni genere, decine di carotaggi in ogni centimetro quadrato? È ampiamente comprovato da decenni che non esistono più ordigni bellici e non siamo ad Odessa». L’intervento di dragaggio, ad ogni buon conto, sembrerebbe, questa volta, essere davvero imminente. Dopo l’autorizzazione al dragaggio da parte della Regione Marche, arrivata all’inizio del mese di marzo, l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale sta completando la fase di verifica del progetto a cui seguiranno la procedura di gara e l’affidamento dei lavori, con l’obiettivo di iniziare l’intervento entro la fine della primavera.

Il dragaggio interessa una superficie di circa 60 mila metri quadrati e un quantitativo di materiale pari a circa 90 mila metri cubi. «Si tratta di un passo importante per l’intervento di dragaggio nello scalo di San Benedetto del Tronto – afferma il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo -, con cui confermiamo l’impegno dell’Adsp a procedere, il prima possibile, con un lavoro fondamentale e necessario a garantire l’operatività del porto e di un suo vitale settore di riferimento, quello della pesca». 


L’emergenza


L’intervento è sempre più necessario. Appena poche settimane fa si è registrato l’ultimo incagliamento. L’ultimo, va detto, di una lunga serie. Una criticità che l’attuale amministrazione vorrebbe risolvere con la presenza più o meno fissa di una draga. «Appena eletti - spiega l’assessore al Piano del Porto Bruno Gabrielli - incontrammo l’ammiraglio Pettorino che all’epoca ricopriva il ruolo di commissario dell’Autorità di Sistema Portuale e il discorso facemmo era relativo al fatto che è necessario fare in modo che questi interventi di scavo diventino di manutenzione ordinaria. Vale a dire che devono essere fatti tutti gli anni». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA