Imbrattamenti, erbacce ed escrementi: l'ex ospedale civile ormai è in rovina

Imbrattamenti, erbacce ed escrementi: l'ex ospedale civile ormai è in rovina
Imbrattamenti, erbacce ed escrementi: l'ex ospedale civile ormai è in rovina
di Marco Braccetti
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Martedì 7 Settembre 2021, 09:40

SAN BENEDETTO - Erbacce sulla facciata, escrementi sulla scalinata, intonaco scrostato e imbrattato. Scatta la protesta dei residenti per lo stato d’incuria dell’ex ospedale civile di via Pizzi, oggi inglobato nelle scuole Sacconi. «E’ uno dei palazzi storici più significativi del centro, fa male al cuore vederlo così» sottolinea Giovanni Filippini. L’ex presidente del comitato di quartiere Marina Centro abita a due passi dall’immobile in questione e la sua voce riassume quelle di molti altri cittadini della zona, e non solo.

I vandali

Gli imbrattamuri non hanno risparmiato neanche questo popolare luogo del cuore sambenedettese, arrivando a lambire la celebre lapide che riporta il motto della vecchia struttura sanitaria “Soccorrete la umanità sofferente”.

A ciò, come detto, s’aggiunge l’incuria generale. Non a caso, diversi residenti chiedono l’intervento della Soprintendenza, di solito molto attenta quando si parla di tutela degli spazi urbani più autentici. Ad aggravare la sensazione di trascuratezza, anche diverse biciclette: posteggiate proprio attaccate alla facciata dell’ex nosocomio. Secondo i residenti, alcune bici sono abbandonate lì da lungo tempo, in barba all’apposito regolamento municipale che (in teoria) vieta di posteggiarle sulle rastrelliere pubbliche per un periodo superiore ai sette giorni. 

La zona di rispetto

Secondo le memorie storiche del centro, già durante l’amministrazione del sindaco Perazzoli (a cavallo tra il 1993 ed il 2001) il comitato di quartiere aveva chiesto che venisse realizzata una sorta di zona di rispetto intorno alla facciata affacciata su via Pizzi. Tutto ciò per tutelare un immobile molto caro alla memoria collettiva. Effettivamente, la storia di quell’immobile è fusa insieme a quella dell’intera città. A volere la costruzione dell’ospedale fu Padre Gioacchino Pizzi che prima della sua morte (avvenuta il 26 novembre 1837) lasciò ogni suo avere per la costruzione della nuova chiesa della Marina e dell’ospedale ‘’Madonna del Soccorso”. I lavori partono nel 1843 e l’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1894. Verso la fine del 1885, quando l’ospedale non era ancora del tutto sistemato, scoppiò a un’epidemia di colera, che provocò 739 vittime su 6mila abitanti. I locali ancora in lavorazione vennero adattati a lazzeretto. Nel 1929, durante il periodo fascista il nosocomio fu declassato ad infermeria. Tra alti e bassi, la struttura sanitaria operò per quasi 100 anni. Soltanto nel 1961, infatti, l’ospedale venne trasferito nell’attuale sede. 

La demolizione

Nel 1972 viene demolito il corpo principale dell’edificio di via Pizzi, per costruire la palestra a servizio delle scuole Sacconi. All’inizio dell’anno 2000, con progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale, viene ristrutturato tutto il corpo anteriore dell’edificio, mantenendo inalterata solo la facciata del corpo centrale, modificando l’impianto interno nelle sue parti strutturali.

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