San Benedetto, il comitato di quartiere
protesta per lo spostamento del parroco

San Benedetto, il comitato di quartiere protesta per lo spostamento del parroco
2 Minuti di Lettura
Martedì 6 Ottobre 2015, 19:23 - Ultimo aggiornamento: 19:29
SAN BENEDETTO - Il quartiere si ribella alla decisione del vescovo di trasferire don Armando Moriconi.



Il sacerdote, 46 anni, avvocato, passa dalla cattedrale della Madonna della Marina alla chiesa di San Basso a Cupra, una decisione interpretata non certo come una promozione. Ne è scaturita una presa di posizione ufficiale di Comitato di quartiere e parrocchiani.



“Intendiamo - dice il presidente Pierfrancesco Troli - manifestare la nostra delusione e rabbia. Premesso che non è compito dei cittadini decidere e/o poter condizionare la vita ecclesiastica, non si può negare l’evidenza o impedirci di commentarli o di dare suggerimenti. Da quando Armando, o il Don, perché per noi questo è, guida la parrocchia, questa è tornata a rivivere. C'è stato un innegabile aumento delle presenze alle messe domenicali, è aumentato il coinvolgimento di adulti e ragazzi nella vita e nelle attività.



"Per noi del Comitato poi, il Don è un amico e collega che non ci ha mai fatto mancare il suo aiuto, materiale e umano. Armando è arrivato perché dalla Curia era stato deciso così. Ha svolto il suo lavoro in maniera ottima e non si capisce perché se ne debba andare. E' come se una grande multinazionale (la curia) avesse mandato in una filiale (la parrocchia) un dipencome direttore generale.



"Negli anni ha aumentato i fatturati (presenze in chiesa e vita della comunità parrocchiale rifiorita), ha massimizzato il lavoro e i ricavi con le risorse a disposizione e ha portato la filiale a livello d'eccellenza. Qual è la multinazionale che lo licenzierebbe? Sappiamo che i sacerdoti sono votati all'obbedienza come i generali ma capita spesso che le truppe mugugnino e abbiano da ridire, convincendo a volte il capo dello sbaglio fatto”.



Insomma, i parrocchiani si sentono truppa di don Armando Moriconi e vorrebbero che il vescovo tornasse sui suoi passi: “Caro vescovo, anche noi siamo soldati di Cristo (sacramento della confermazione) e non vogliamo perdere il nostro generale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA