San Benedetto, caos in Consiglio. De Vecchis al sindaco Spazzafumo: «Non voglio più essere complice, l’amministrazione vada a casa»

San Benedetto, caos in Consiglio. De Vecchis al sindaco Spazzafumo: «Non voglio più essere complice, l’amministrazione vada a casa». Il Comune di San Benedetto
San Benedetto, caos in Consiglio. De Vecchis al sindaco Spazzafumo: «Non voglio più essere complice, l’amministrazione vada a casa». Il Comune di San Benedetto
di Alessandra Clementi
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Venerdì 17 Marzo 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 07:50
SAN BENEDETTO - «Non voglio più essere complice di questa amministrazione. Occorre mandare a casa la giunta e ridare voce ai cittadini. Il problema è il sindaco Spazzafumo che ha tradito i nostri ideali e non ha saputo fare squadra». È un fiume in piena il capogruppo di Rivoluzione civica Simone De Vecchis all’indomani dell’uscita dalla maggioranza.  


Cresce il gruppo misto


Dal prossimo consiglio Simone De Vecchis siederà tra i banchi dell’opposizione e andrà ad allargare il Gruppo misto dove già siedono Giorgio De Vecchis e Luciana Barlocci. Un Simone De Vecchis che oggi contesta soprattutto il metodo adottato dal sindaco ed è verso la figura del primo cittadino che si concentrano le due critiche. «”Insieme” era lo slogan della nostra campagna elettorale – spiega il capogruppo di Rivoluzione – ma dal momento dell’elezione è iniziato un processo di allontanamento dal concetto di condivisione e trasparenza. A mano che il tempo trascorreva ci siamo resi conto che per il sindaco la sua maggioranza era un inutile orpello con la quale condividere decisioni già assunte, proprio perché lui non ha mai compreso l’utilità di un dibattito. Dall’Insieme si è passati “all’io, io, io”». Quindi il metodo è il primo aspetto che De Vecchis pone sul bando degli imputati per questo addio a un anno e mezzo dall’inizio del mandato.

 
Il caso Ballarin 


Ma la goccia che ha portato l’esponente di Rivoluzione al divorzio da Spazzafumo è stata il caso Ballarin. «Quanto avvenuto con il progetto dell’ex Fossa dei leoni – spiega Simone De Vecchis – è la prova del nove del modus operandi del sindaco e della sua amministrazione.

Prima abbiamo firmato il progetto di Marcozzi, una volta eletti è spuntato il nome dell’archistar Canali che abbiamo recepito passivamente senza che la maggioranza venisse chiamata a dare indicazioni, da qui la presentazione del progetto a novembre in pompa magna davanti alla città per poi ritrovarci a marzo con un elaborato che contempla solo metà campo. Tra l’altro lo abbiamo saputo con grande difficoltà per accedere agli atti visto che negli uffici esiste una cortina di ferro imposta dallo stesso Spazzafumo. Per non parlare del contratto che Canali avrebbe firmato solo mercoledì mattina mentre gli assessori ci dicevano che era già stato siglato martedì scorso». Parole che fanno capire come il malessere serpeggiava da mesi anche se il giovane De Vecchis ha aspettato, tergiversato, sperando forse in un’inversione di rotta. 


Promesse e Picenambiente


«Essere una coalizione civica e quindi apartitica- prosegue De Vecchis - non significa non fare politica. E’ mancato proprio questo: la politica. Così come una visione territoriale dove il sindaco è in prima fila per presentare degli eventi ma dove manda avanti gli altri nel caso di nomine Ciip dove ha disatteso in pieno le indicazioni arrivate dalla maggioranza». Pesa tanto la questione Picenambiente, il capogruppo di Rivoluzione aveva chiesto fortemente il riconoscimento del controllo pubblico della partecipata ma dopo promesse e rassicurazioni del sindaco e l’affidamento a Pellei a oggi non c’è traccia.
 

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