San Benedetto, vertenza pesca sui banchi del Senato. Verducci: «Marineria senza risposte»

Il porto di San Benedetto
Il porto di San Benedetto
di Laura Ripani
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Sabato 3 Dicembre 2022, 04:30

SAN BENEDETTO - La crisi drammatica del settore della pesca finisce sui banchi del Parlamento per iniziativa del senatore fermano Francesco Verducci che ha voluto raccogliere le istanze dei lavoratori e degli imprenditori delle marinerie dell’Adriatico, nata dagli incontri in particolare con i pescatori di San Benedetto


Le motivazioni

Il costo della nafta e delle materie prime, come è noto, ha infatti reso la situazione insostenibile.

E i pescatori sono costretti a uscire non più di tre volte a settimana «spesso non ci sono i soldi neanche per aggiustare barche e motori» ha tuonato in aula l’esponente del Pd. Insomma, che non ci sono più margini operativi e non c’è più reddito; che la flotta si è dimezzata, con ripercussioni negative sull’intera filiera anche dell’acquacoltura e della trasformazione ittica sono oramai un dato di fatto più volte lamentato dalla categoria. «Chiediamo - dice quindi il senatore - che l’Esecutivo faccia la sua parte con urgenza perché le risposte non state soddisfacenti. È necessario - prosegue Verducci - bloccare il prezzo del carburante, rafforzare il credito di imposta, dotare tutti i lavoratori dell’indennità di disoccupazione e aumentare l’indennizzo per il fermo pesca obbligatorio, ridotto a poco più di un’elemosina, appena 17 euro al giorno. Bisogna emanare il decreto ministeriale per sbloccare l’estensione della cassa integrazione del settore della pesca, che abbiamo voluto con forza ed approvato nella legge di bilancio di un anno fa. E poi non bastano più solo interventi emergenziali, ma serve una visione strategica per la pesca italiana, una politica industriale seria per un settore vitale della nostra economia».

Le prospettive

D’altra parte dicembre è uno dei mesi più importanti per i pescatori: siamo nell’imminenza del Natale che vede i consumatori acquistare il pesce che rischia un’impennata dei prezzi a causa dei costi esorbitanti. Inoltre la mancanza di ammortizzatori crea anche tensioni in un periodo dove è più necessario avere denaro a disposizione.

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