SAN BENEDETTO - L’effetto domino del conflitto di interessi mette sotto accusa di nuovo la consigliera Giselda Mancaniello legata alla Tmt, fornitrice della partecipata San Benedetto. Dopo aver toccato la Picenambiente, ora travolge anche la Ciip e il percorso non sembra fermarsi qui. L’accusa arriva sempre dai banchi di Fratelli d’Italia.
Le motivazioni
Se la Picenambiente non era presente nel perimetro dell’ultimo bilancio consolidato votato nel consiglio comunale e quindi pur avendo avuto forniture dalla Tmt (impresa di proprietà del coniuge di Mancaniello) non prevederebbe un conflitto di interessi diretto, riguardo la Ciip che si occupa di acqua pubblica sì. E allo stesso tempo aveva acquisito forniture per circa 10mila euro dalla Tmt. Precisamente le carte parlano di: 4 manutenzioni di mezzi da parte della Tmt international srl per fatture di 1.658 euro, 1.580 euro, 1,283 euro e 2.673 euro oltre a una fornitura del tubo per autospurgo per 1.608 euro tutti risalenti al 2022 quindi con l’amministrazione Spazzafumo già insediata. Di conseguenza con Mancaniello già in consiglio pronta a votare nonostante la sua posizione di moglie del titolare e dipendente della Tmt. Senza dimenticare che nel consiglio di amministrazione della Ciip siede lo stesso Gianluca Pompei coordinatore della lista San Benedetto Viva. «Il consigliere Mancaniello – afferma il coordinatore di FdI – Luigi Cava – ha dichiarato ufficialmente che al prossimo consolidato, se all’interno del perimetro ci sarà la Picenambiente, lei si allontanerà dall’aula consiliare e quindi non voterà, riconoscendo il conflitto di interesse».
Le conseguenze
Puntualizzazione arrivata dal capogruppo Andrea Traini e nei prossimi giorni su tale vicenda verrà presentata un’interrogazione consiliare. Quanto alla posizione dell’ex presidente della Picenambiente Francesco Chincoli a sua volta revisore dei conti sempre della Tmt, Cava replica: «Di questa vicenda non so nulla e credo che un revisore non possa inficiare». Ma la storia che sta assumendo i contorni di una telenovela non sembra destinata a finire qui, anzi, i meloniani starebbero approfondendo le carte per verificare se anche altre partecipate hanno avuto forniture e sotto la lente di ingrandimento della minoranza ci sarebbe anche l’impresa Linea Ufficio del sindaco Spazzafumo per controllare che non abbia avuto legami o forniture ad aziende municipalizzate nell’ultimo anno.
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