San Benedetto, Comune "sfratta" le tende
dei senzatetto, polemiche della Caritas

San Benedetto, Comune "sfratta" le tende dei senzatetto, polemiche della Caritas
di Alessandra Clementi
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Domenica 7 Luglio 2019, 09:45
SAN BENEDETTO «Il Comune mi ha detto di mandare via le 11 persone che dormono nelle tende presso il giardino della Caritas. Non abbiamo trovato aiuto nelle istituzioni. Anche alla Caritas ci si sente soli». Parole pronunciate tra le lacrime da don Gianni Croci direttore della Caritas affiancato dal vescovo Carlo Bresciani. 
La vicenda vede al centro 11 persone senza tetto, di cui sette italiani e quattro stranieri, che da tempo stazionano con le loro tende presso la sede della Caritas, alcuni anche con problemi di salute. Prima sono arrivate le segnalazioni da parte del comitato di quartiere Ponterotto, che si sarebbe lamentato per queste presenze, poi venerdì sera l’incontro in municipio alla presenza di don Gianni e del dottor Carlo Di Biagio ai quali l’amministrazione ha detto di mandare via al più presto queste 11 persone. 
 
«I poveri non li cerchiamo ma arrivano – spiega il direttore della Caritas Croci – so che disturba vedere questa gente in tenda ma il vero problema di San Benedetto non sono i poveri, ma i tossici e gli ubriachi che sono in centro, tanto che queste persone senza fissa dimora hanno timore a dormire su una panchina o in un parco. È brutto che il quartiere dica che è un problema nostro». A fargli eco il vescovo Bresciani: «Sono problemi umani, non cristiani, di cui si devono occupare le istituzioni. Le parole diventano pallottole e sono figlie del clima che si respira. Ci si lava le mani mandando i poveri alla Caritas e poi se la prendono con noi. Ormai si accudiscono di più i cani e i gatti che non chi ha il nostro stesso sangue». E monsignor Bresciani ha anche sottolineato come tale problematica sia anche frutto della cancellazione degli Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. 
Una situazione di fronte alla quale ci si interroga anche sull’operato dei servizi sociali comunali, che per primi dovrebbero intervenire. Intanto aumentano i dati sulla richiesta degli abiti e diminuiscono gli accessi alla mensa della Caritas. I dati, illustrati da Lorenzo Felici, parlano comunque di una situazione allarmante con una crescita della povertà anche tra gli italiani, che perdono il lavoro e si ritrovano in poco tempo a non avere più sostentamenti. 
Il centro di ascolto della Caritas ha contato quasi mille utenti di cui il 54% stranieri e il 30% italiani, dei quali il 26% con figli al seguito e con una cultura media avendo per la maggior parte il diploma di licenza media e non manca un 2,4% di laureati, dato che porta a riflettere. Le richieste più impellenti sono quelle di viveri e vestiti seguiti da un posto di lavoro. Nel 2018 sono stati serviti 20.263 pasti di cui 1.200 nei mesi di novembre e dicembre per l’emergenza freddo. Prosegue con successo anche l’ambulatorio che vede in prima linea il dottor Di Biagio e che nel 2017 ha contato734 prestazioni e nel 2018 1.026 in gran parte visite di medicina di base, odontoiatria e ginecologia. Una risposta importante per chi non avendo sostentamenti rischierebbe di non potersi curare.
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