Il Comune perde la causa contro un dipendente, stangata da 120 mila euro: è prima grana per il neo sindaco Spazzafumo

Il Comune di San Benedetto
Il Comune di San Benedetto
di Alessandra Clementi
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Domenica 24 Ottobre 2021, 09:05

SAN BENEDETTO - Il Comune chiamato a sborsare circa 120mila euro dopo aver perso una causa di lavoro. Intanto è stato firmato, dal neo sindaco Antonio Spazzafumo, il primo decreto sindacale per la nomina di Pietro D’Angeli a capo del settore urbanistica. Una grana che il primo cittadino si è trovato a dover affrontare in emergenza visto che Germano Polidori non poteva più firmare gli atti essendo scaduto il suo incarico.

Una gatta da pelare per il neo sindaco Spazzafumo che si è ritrovato, appena insediato, con la dirigenza di Polidori scaduta. Infatti l’incarico del dirigente era legato al mandato del sindaco Pasqualino Piunti e da alcuni giorni non poteva più sottoscrivere documenti e progetti. Da qui il decreto emesso ieri per la nomina di D’Angeli, ad interim, al settore assetto del territorio che va a sommarsi a quelli già in suo possesso quindi Urp, infrastrutture digitali e centro elaborazione dati. D’Angeli, classe ’63, con una laurea in legge, ha ricoperto il ruolo di comandante dei vigili per poi passare al settore turismo e cultura e infine acquisire servizi al cittadino e innovazione. Mentre sul fronte della polizia municipale il comandante Giuseppe Coccia sarebbe sulla graticola, il sindaco Spazzafumo ha detto di voler conoscere il piano di rilancio del comando, in caso contrario ci potrebbe essere un cambio della guardia, ma a differenza di Polidori lui potrà proseguire il suo incarico fino a nuove direttive e Roberto Benigni sarebbe pronto a ricoprire questo incarico.

Ai lavori pubblici invece un altro pensionamento imminente è quello di Angelo Amabili, mentre Eleonora Paci sarebbe pronta ad andare a ricoprire l’incarico di segretario generale in un altro Comune e starebbe con le valigie in mano anche l’architetto Antonio Palestini.

Per quanto riguarda la causa di lavoro persa dal Comune, la vicenda risale al 2007 quando un dipendente del settore lavori pubblici del Comune venne spostato e lui si sentì demansionato da questo trasferimento tanto da presentare ricorso al Tribunale del lavoro di Ascoli e chiedere un risarcimento danni per 400mila euro.

Un processo andato avanti fino a quest’anno quando la Corte d’Appello di Ancona, con sentenza 155/2021 ha condannato il Comune, datore di lavoro, al risarcimento del danno subito dal dipendente liquidato in 6.500 euro per ogni anno a decorrere dal dicembre 2007 fino alla data di pubblicazione della sentenza, oltre alle spese processuali. Quindi la somma è di 117.865 euro tra risarcimento e spese legali.

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