E' ancora braccio di ferro sui rifiuti: i prezzi sono troppo elevati, la Riviera boccia Relluce

E' ancora braccio di ferro sui rifiuti: i prezzi sono troppo elevati, la Riviera boccia Relluce
E' ancora braccio di ferro sui rifiuti: i prezzi sono troppo elevati, la Riviera boccia Relluce
di Alessandra Clementi
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Giovedì 31 Marzo 2022, 08:45

SAN BENEDETTO  - Realizzare una nuova vasca a Poggio di Bretta o continuare a conferire presso la discarica di Relluce? Questo l’amletico quesito sul futuro dei rifiuti del Piceno, a cui anche il Comune sambenedettese è chiamato a rispondere in prospettiva dell’adozione del piano d’ambito dei rifiuti. Questione che è stata affrontata nella riunione di maggioranza di martedì sera alla presenza dell’amministratore delegato di Picenambiente Leonardo Collina e del presidente Francesco Chincoli. 


Collina ha proceduto a illustrare le due soluzioni presenti sul tavolo, nella trattativa sui rifiuti: su un fronte una vasca zero da realizzare a Poggio di Bretta gestita in parte dalla Picenambiente con un costo di 95 euro al giorno per il conferimento; dall’altra la discarica di Relluce gestita da Ascoli Servizi dove invece il costo è di 140 euro al giorno.

Decisione che dovrà essere assunta in sede di adozione del Piano d’ambito da parte dei Comuni che fanno parte dell’Ata e dove San Benedetto e Ascoli fanno la parte dei leoni. A oggi la raccolta si compone di rifiuti differenziati che vengono conferiti a Spinetoli, l’indifferenziata a Relluce e infine l’umido con sistema Tmb Trattamento meccanico biologico a Relluce.

Lo scorso agosto vennero votati gli indirizzi del piano d’ambito scegliendo la strada del biodigestore di Relluce, attraverso il quale l’umido viene trasformato in gas, mentre per quanto riguarda le discariche resta la scelta tra la vasca zero di Geta a Poggio di Bretta per 900mila metri cubi e la discarica di Relluce. Lo scorso ottobre è stato approvato il Piano di ambito e ora spetta all’adozione. La Regione, nel frattempo, ha posto dei paletti dando l’ok per Relluce ma allo stesso tempo dicendo no al biodigestore e privilegiando gli spazi adibiti a discariche già presenti sul territorio. Posizione diversa da quella del Pd che invece sposa l’idea del biodigestore, ma soprattutto intende portare avanti una politica di razionalizzazione della produzione dei rifiuti. Intanto Geta avrebbe fatto sapere che in caso di realizzazione della vasca zero cederebbe tutto ad Ascoli servizi e a Picenambiente.

Nel frattempo il sindaco Antonio Spazzafumo avrebbe tenuto incontri con i Comuni di Castignano, Appignano, Castel di Lama e Folignano per sentire gli animi e verso quali direzioni intende andare il territorio. Altra partita si gioca sul terreno del Piano nazionale di ripresa e resilienza che anche per i rifiuti ha previsto per il territorio Piceno 36milioni di euro, da dividere in 18milioni per eventuali investimenti sull’installazione di isole ecologiche e per dare il via al nuovo sistema di tariffa puntuale dove gli utenti sarebbero chiamati a pagare sulla base della quantità di rifiuti conferiti e quindi con una tracciabilità dei sacchetti. 


Altri 18milioni, invece, sarebbero in ballo per la gestione aerobica che secondo molti non avrebbe senso avendo già un biodigestore.

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