San Benedetto, Bovara investito
«Sfiorate una mamma e il bimbo»

Luciano Bovara, l'eroe del Ballarin
Luciano Bovara, l'eroe del Ballarin
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Mercoledì 19 Ottobre 2016, 06:25
SAN BENEDETTO - «Mi sono sentito agganciare e sono finito a terra». Non ha mai perso conoscenza Luciano Bovara, l’uomo investito da un’auto pirata nel pomeriggio di lunedì, subito dopo l’incidente che lo ha visto venire catapultato via dalla sella del suo scooter. Nello schianto ha riportato delle lesioni ad un ginocchio ed un problema alla testa ma, per fortuna, non si tratta di nulla di irrisolvibile. Ma ancora una volta, come accadde trentacinque anni fa al Ballarin, il suo pensiero è andato agli altri. 
«Dopo lo schianto – ha riferito – sono rimasto pietrificato dalla paura perché ho visto l’auto sbandare bruscamente e rischiare di finire contro una signora che stava passando con un passeggino. Non l’ha presa per un soffio». 
Quell’auto, una Alfa Giulietta nera, ancora non si trova. Della macchina si conoscono alcuni numeri della targa e si sa che, a guidarla, c’era un uomo. Probabilmente una persona giovane. 
Bovara è stato subito soccorso da alcuni passanti che lo hanno fatto sedere sul ciglio della strada in attesa dell’ambulanza che lo ha poi caricato a bordo e portato in ospedale. La polizia municipale sta portando avanti le indagini finalizzate a rintracciare l’auto pirata e il suo conducente. Gli agenti hanno in mano una parte del numero di targa della macchina e sanno di che modello si tratti. Stanno quindi lavorando sia sulle immagini della videosorveglianza catturate da alcune attività della zona. 
Bovara, il 7 giugno 1981, era allo stadio Ballarin. Ex finanziere, in quel momento in libera uscita, salvò un bambino che si trovava in mezzo alle fiamme tra le gradinate della curva. Lo prese e lo portò in salvo all’esterno dello stadio quindi si unì ai soccorritori andando al Pronto Soccorso dove portò aiuto ai medici del reparto di emergenza che si trovarono a fronteggiare una situazione critica. Per le ustioni riportate quel giorno morirono due giovanissime ragazze.
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