San Benedetto, beffa al nautofono
I soldi ci sono ma la corrente no

Il nautofono
Il nautofono
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Giovedì 13 Ottobre 2016, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 08:18
SAN BENEDETTO - Il nautofono torna a suonare. Forse. Se da un lato l’iter necessario alla raccolta fondi per il ripristino dello strumento antinebbia, è terminato e tutti i soldi sono stati raccolti dall’altro, a cose ormai fatte e ad accordo praticamente avvenuto, rischia di piombare su tutta la situazione un nuovo problema che potrebbe bloccare l’intera situazione. Un problema semplice quanto disarmante: rischia di mancare la corrente elettrica. Ma veniamo ai fatti. Nelle ultime ore era arrivata la notizia che grazie allo stanziamento di circa 2.600 euro messi in campo dal Bim si era raggiunta la cifra di 5.300 euro necessari per il ripristino del dispositivo. La somma messa in campo dal Bacino Imbrifero era andata ad aggiungersi e a completare quella raccolta dalla colletta organizzata dal marittimo Pietro Ricci presidente dell’associazione Nati in Adriatico e dall’imprenditore Roberto Capocasa. In quel momento ci si è resi conto che la situazione sarebbe stata complicata ma i promotori dell’iniziativa hanno saputo far fronte anche a quella.  «I soldi della raccolta effettuata nei mesi scorsi per riattivare il segnalatore acustico – ha spiegato lo stesso Pietro Ricci - non possono essere versati direttamente nella casse della Marifari di Venezia che non può ricevere, per legge, denaro da privati». Così i promotori dell’iniziativa hanno acquistando una grossa fornitura di cancelleria e materiale da ufficio per l’ente. Il materiale è di valore equivalente ai 5.300 euro raccolto. «Tra l’altro siamo riusciti a farci fare un forte sconto – afferma Ricci – e la differenza la devolveremo in beneficenza per le popolazioni terremotate». Tutto risolto? Assolutamente no. Perché si pone ora il problema dell’elettricità che dovrebbe alimentare il faro della nebbia. Attualmente la corrente elettrica arriva al dispositivo viaggiando su un cavo elettrico che parte dalla struttura del faro, che si trova in centro a ridosso della rotonda Giorgini, e percorrendo circa due chilometri, arriva fino alla punta del molo Sud dove si trova l’apparecchiatura. Ricci è comunque fiducioso.
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