SAN BENEDETTO - Quasi un milione di euro dai parcheggi ma è inutile gridare al boom di turisti. «È accaduto solo perché le tariffe sono aumentate e comunque se un incremento c’è stato è avvenuto fino a quando non abbiamo cominciato a cacciare i villeggianti». Peppe Ricci, storico concessionario e presidente dell’Itb Italia non l’ha certo mandata giù. La vicenda dello smantellamento degli ombrelloni al culmine della stagione fa ancora male alla categoria già impegnata a difendere gli stabilimenti dalle evidenze pubbliche.
Le motivazioni
Tra le città più cementificate d’Italia e leader delle Marche insieme a Porto San Giorgio di questa poco invidiabile classifica, quest’anno la città ha fatto i conti con un aumento delle tariffe per la sosta a pagamento di circa il 20%.
Certo è che l’aumento è stato ben più alto dell’inflazione e a San Benedetto le polemiche si sprecano. A dir la verità la maggior parte di chi abita nel centro città sta prendendo la buona abitudine di spostarsi in bici, a sua volta creando problemi perché è difficile trovare le rastrelliere alle quali assicurare non le ruote - che si rubano facilmente - ma il telaio. E se l’amministrazione ha promesso di comprarle per il prossimo anno, la questione dei parcheggi a pagamento è strettamente legata alla viabilità, all’ambiente, alle infrastrutture. Circa la viabilità, infatti, la Riviera, specialmente nei giorni di mercato, come testimoniato su queste pagine, è praticamente invivibile. Ora poi che via Calatafimi è chiusa per lavori a Nord e per crolli a sud, il centro oltre che carissimo per le tariffe, è impercorribile. Nelle ore di punta poi, con i bus incolonnati alla stazione ferroviaria e non in una dedicata solo a loro, come in tutte le città, il problema si fa esplosivo.
L’ambiente
Ma anche la questione ambientale non va sottovalutata. «A San Benedetto siamo messi male - fa notare Daniele Cornacchia amministratore della pagina Facebook San Benedetto ciclabile -: io per lavoro mi sposto in numerose città italiane ed europee e penso a quelle turistiche come Rimini che hanno praticamente pedonalizzato tutto il centro». Una battaglia che a San Benedetto sarebbe difficile da vincere visto che il semplice progetto di chiusura domenicale dalle 8 alle 12 del lungomare è stato aspramente criticato. «Non è esattamente così - conclude l’ambientalista -: anche a Santa Teresa di Gallura i commercianti prima si sono ribellati ma ora non riaprirebbero per alcuna ragione, ci hanno guadagnato». Il punto fondamentale, forse, è proprio la mancanza di infrastrutture: fino a quando soprattutto il lungomare sarà per la Città delle palme la “terza corsia” dell’autostrada, per di più gratuita, tutti continueranno a sfrecciare spesso anche senza fare attenzione a pedoni e ciclisti. La necessità di un bypass stradale che sgravi il centro dalle auto visto che la maggior parte si sposta solo da San Benedetto a Porto d’Ascoli è sempre più impellente. I progetti di arretramento dell’A 14 o di potenziamento sembrano sempre e soltanto sogni da più di 30 anni mentre la città continua a soffocare tra cemento e smog.
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