I concessionari in assemblea con il presidente nazionale. L’ultima spiaggia è cambiare le regole sul demanio

L'incontro della Confcommercio
L'incontro della Confcommercio
di Marco Braccetti
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Mercoledì 17 Novembre 2021, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 18:42

SAN BENEDETTO - «Crediamo che, entro fine anno, il governo ed il parlamento riusciranno a trovare una soluzione». Sono parole di speranza quelle pronunciate ieri mattina dal presidente nazionale del Sib, Antonio Capacchione. Il numero uno dei balneari di Confcommercio ha partecipato ad un’assemblea straordinaria dei concessionari di spiaggia, svoltasi presso la Sala Smeraldo dell’Hotel Calabresi. Una sala affollata (per come, in tempi di pandemia, possono esserlo i luoghi chiusi) che dava il segno dell’agitazione regnante tra gli addetti ai lavori. 


Il motivo? Ovviamente la recente sentenza del Consiglio di Stato che, in sintesi, ha bocciato una legge varata nel 2018 per prorogare le concessioni demaniali fino al 2033. Tale proroga era a sua volta figlia del lungo iter italiano imbastito per contenere gli effetti della Direttiva Bolkestein, approvata nel 2006 dall’Unione Europea con l’obiettivo di regolare servizi e concorrenza. Così, le attuali concessioni scadranno al massimo nel 2023, poi dovranno essere messe a bando.

«Una sentenza devastante - ha detto Capacchione, che è anche avvocato -. Anche perché si applica non solo agli stabilimenti balneari ma a tutti gli operatori che ricavano guadagno dal pubblico demanio e suolo, quindi anche ristoranti e bar con i tavolini esterni. Qui stiamo rischiando il collasso dei pubblici esercizi italiani». Un rischio che, secondo i vertici del Sib-Confcommercio, potrebbe (o dovrebbe) essere presto disinnescato da qualche modifica di legge.

Senza entrare nel tecnico: si andrebbe a cambiare chirurgicamente alcune norme che regolano il Demanio. Un’operazione di “sminamento” che, per dirla tutta, Paesi come Spagna e Portogallo hanno già fatto da tempo. Perché altri sì e noi no? «In Italia - ha detto l’avvocato Capacchione - nel corso degli ultimi anni abbiamo avuto una politica debole, incapace di affrontare la questione. Ma tale incapacità non può e non deve ricadere sulle famiglie dei balneari».

Ora, come detto, si tenta di correre ai ripari, con istituzioni e associazioni di categoria a testa bassa. Capacchione, ad esempio, ha recentemente incontrato il ministro del turismo Garavaglia. Mentre all’assemblea di ieri c’erano, tra gli altri, anche il consigliere comunale ed ex sindaco Pasqualino Piunti, oltre ai vertici locali di Confcommercio, ad iniziare dal padrone di casa: Fausto Calabresi. «Sbaglia chi pensa che noi lavoriamo solo d’estate - ha ammonito Enrica Ciabattoni, dirigente provinciale del Sib -. Siamo in spiaggia dopo ogni mareggiata invernale per ripulire. Il nostro è un lavoro di 12 mesi l’anno che, attualmente, è minato dall’incertezza. Questa sentenza ci ha tolto entusiasmo e prospettive, speriamo solo che le soluzioni normative oggi allo studio siano definitive».


Questi sono giorni febbrili per la categoria e si susseguono incontri su incontri. Il presidente dell’Itb-Italia Giuseppe Ricci (presente anche ieri all’Hotel Calabresi) sarà a Roma domani pomeriggio per un summit convocato dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia.

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