«Lo smog? È colpa del Sahara». Per l'Arpam è questo il motivo dei quattro sforamenti di Pm10 ad ottobre a San Benedettp

La centralina di via Asiago
La centralina di via Asiago
di Marco Braccetti
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Martedì 15 Novembre 2022, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 18:58

SAN BENEDETTO - Smog eccessivo? Tutta colpa del Sahara. L’Arpam, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche, ha passato ai raggi X l’ondata d’inquinamento atmosferico che ha caratterizzato gli ultimi giorni del mese scorso.

Un boom d’aria “sporca” presente un po’ in tutta Italia, San Benedetto compresa. In Riviera, si sono contate ben quattro giornate consecutive con polveri sottili sopra i livelli di guardia. Una raffica così non si vedeva da tempo. Di solito, quando si parla di smog, l’indice viene sempre puntato contro i gas di scarico delle auto, o degli impianti termici. Ma, stavolta, il colpevole era un altro. 

«Il fenomeno - spiegano i tecnici dell’Arpam - ha avuto origine da masse di aria calda e sabbia che si sono spostate, con venti di provenienza dal terzo quadrante sud-sud-ovest, dalle regioni sahariane verso il mare Mediterraneo, interessando così anche l’Italia. Unitamente a condizioni meteo particolari, le particelle sabbiose hanno determinato il verificarsi di picchi di concentrazione di Pm10». In sintesi: colpa della sabbia. Per i polmoni di noi tutti che respiriamo, questa differenza è di poco conto. Mentre è importante per tarare i provvedimenti anti-smog da adottare. Infatti, seguendo i protocolli previsti dalla legge, l’Arpam ha decurtato dal conteggio generale i quattro sforamenti di fine ottobre. Questo conteggio, infatti, serve per far scattare un giro di vite con misure che colpiscono soprattutto il traffico stradale. La soglia-limite è di 35 giornate-anno con livelli di Pm10 eccessivi. Da questo punto di vista, nel 2022 San Benedetto può davvero sorridere. Depennando gli ultimi quattro sforamenti, infatti, la centralina presente lungo via Asiago ha registrato solo altre quattro giornate “no”. Tutte concentrate a gennaio. Dunque è ormai praticamente impossibile che quest’anno si superi tale fatidica soglia. Per dirla tutta: in Riviera, sono ormai anni che non si verifica più una simile, negativa, eventualità.

Gli utlimi casi registrati risalgono a fine 2014 e a fine 2015, con l’amministrazione comunale di allora, guidata da Giovanni Gaspari, che promosse blocchi del traffico e nuove strette contro i mezzi più inquinanti. Inoltre, fino al 15 aprile 2023, vige un’ordinanza sindacale che fissa un altro paletto. Parliamo di contromisure da adottare nel caso in cui si dovessero registrare cinque “sforamenti” consecutivi ai limiti giornalieri di polveri sottili Pm10 presenti nell’aria. Tra queste contromisure (ne vengono indicate 14 tra cui scegliere) c’è l’indizione di domeniche ecologiche (dunque blocchi domenicali del traffico) con connesso potenziamento trasporto pubblico ed eventuali convenzioni con taxi. Ma c’è anche l’intensificazione del lavaggio delle strade, visto e considerato che al termine del loro percorso “aereo”, spesso le polveri sottili si depositano e si accumulano proprio sugli asfalti. Sono previste anche delle campagne d’informazione e sensibilizzazione dei cittadini con incontri nei quartieri, oltre alla promozione dell’uso della bicicletta e dei monopattini elettrici.

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