SAN BENEDETTO - Sono stazionarie le condizioni del trentottenne accoltellato a San Benedetto, nella notte tra mercoledì e giovedì mentre proseguono le indagini su quanto effettivamente accaduto quella notte e sul perché.
Innanzitutto i militari sarebbero venuti a capo di un aspetto prioritario: non si sarebbe trattato di un’aggressione ma di una rissa tra due fazioni partita in un luogo e finita in un altro.
Tre in carcere
Nelle ultime 48 ore le tre persone arrestate, uno per omicidio colposo e gli altri due per rissa aggravata, sono state ascoltate dai militari che si stanno occupando delle indagini anche se, come è facile immaginare, la collaborazione dei tre è tutt’altro che ampia. Per questo motivo è necessario un lavoro di indagine che possa portare a fare chiarezza e importante potrà essere la testimonianza del trentottenne ferito che non è ancora in grado di parlare con i carabinieri ma che, a quanto si apprende, non sarebbe più in pericolo di vita.
La notte di violenza
Tutto era accaduto poco dopo la mezzanotte di giovedì quando un pregiudicato albanese da anni residente in San Benedetto ha affrontato nei pressi di Porto d’Ascoli, un giovane del posto, anch’egli noto alle Forze dell’Ordine, per motivi ancora in fase di accertamento. L’alterco è velocemente degenerato, dalle parole si è passati ai fatti, e sono volati i primi pugni e schiaffi. A questo punto anche i rispettivi accompagnatori, un giovane incensurato ed il padre del ragazzo, che in primo momento erano rimasti a bordo delle auto, si sono uniti alla zuffa. Spunta un manganello telescopico alchè il padre del ragazzo, anch’egli con precedenti anche specifici per lesioni, è riuscito a prendere un coltello a serramanico dall’autovettura ed ha colpito con un fendente l’addome di uno dei due contendenti.