San Benedetto, accoltellata, arrestato
il figlio: «Ho fatto una sciocchezza»

San Benedetto, accoltellata, arrestato il figlio: «Ho fatto una sciocchezza»
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Giovedì 10 Gennaio 2019, 10:27

SAN BENEDETTO - «Sentivamo la donna urlare e vedevamo oggetti volare via dalla finestra». Sono le testimonianze choc di alcuni vicini di casa che affermano come, già al mattino, nell’abitazione dove è avvenuto il grave fatto di cronaca, si fossero presentati i carabinieri per i comportamenti del figlio della donna. Luciano Faggiano di 28 anni. Poi, la sera, le coltellate.
Ieri mattina il ragazzo era distrutto: «Ho fatto una caz...ta, ho fatto una cosa che non dovevo fare» ha detto al suo legale, l’avvocato Roberto Stabile. Il giovane ha avuto un colloquio con il legale in attesa dell’udienza di convalida del fermo di polizia disposto nei suoi confronti dalla Procura di Ascoli Piceno.
  
«L’ho trovato molto provato e confuso - racconta Stabile - mi ha detto che ieri mattina aveva avuto una discussione con la madre, a suo dire perché lei si era accorta che lui non si era comportato bene. Così mi ha detto, ma senza entrare nei particolari del concetto di non essersi comportato bene». «Il giovane sembra ora con dei vuoti di memoria, sicuramente lo choc è ancora forte. Avrà bisogno di tempo per focalizzare meglio cosa sia successo. Ha chiesto come sta la mamma e la sua voglia di collaborazione sembra totale». Intanto i carabinieri di San Benedetto hanno rinvenuto nell’appartamento il coltello che il 28enne avrebbe usato per colpire ripetutamente la madre: un arnese da cucina lungo 20 centimetri trovato insanguinato e che è stato sequestrato. Il 28enne ha trascorso una notte agitata nel carcere di Marino durante la quale ha ripetuto ossessivamente la frase «la famiglia non si tocca».
Fermato circa tre ore dopo l’accoltellamento della madre, è stato intercettato alle 23 di martedì sera in via Toscana dalla polizia mentre era insieme al suo cane ed ha passato buona parte di quella notte in cella, nel carcere ascolano di Marino del Tronto. Gli agenti che lo hanno trovato lo hanno infatti consegnato ai carabinieri i quali lo hanno ascoltato a lungo e che, ieri mattina, lo hanno arrestato con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della donna che, mentre i militari tentavano di capire i reali motivi del gesto, è stata operata per una emorragia intestinale conseguente proprio ad uno dei fendenti, quello all’addome. La mamma è in prognosi riservata e ricoverata nel reparto di Rianimazione del Madonna del Soccorso ma è fuori pericolo e sopravvivrà. Nelle prossime ore sarà ascoltata dai militari che devono chiudere il cerchio e capire come siano andate effettivamente le cose tra la madre e il figlio, noto alle forze dell’ordine ma mai violento, in passato, nei confronti della donna.
 
Barba e capelli fatti, aspetto ben curato, il giovane non ha saputo ricostruire gli attimi in cui ha colpito la madre. «Ha parlato molto in generale, senza entrare nei particolari del fatto specifico, come se non ricordasse e mi è parso in questo sincero» conclude il legale. Ma i carabinieri, come detto, erano già intervenuti quella stessa mattina nell’abitazione di via Manara. Lo dicono i vicini di casa che parlano di momenti estremamente agitati con la donna che urlava ed il figlio che lanciava oggetti, tra cui anche un tablet e uno smartphone dalla finestra.

Una situazione per la quale proprio alcuni dei residenti hanno richiesto l’intervento dei carabinieri. Di urla, da quell’appartamento, se ne erano sentite anche in passato. «A volte capitava – spiegano i vicini – ma liti in famiglia, in questa zona, non sono rare. E con le finestre aperte si sente tutto

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